Il presidente del Consiglio Mario Draghi è pronto a firmare il Dpcm con le regole per l’utilizzo del Green Pass; ricordiamo che si tratta di un provvedimento che ha visto la stretta collaborazione tra i ministeri della Salute, dell’Innovazione e dell’Economia. Vediamo come funziona.
Per prima cosa il Green Pass attesta l’avvenuta vaccinazione contro il Covid, la guarigione, o l’esito negativo a tampone nelle 48 ore precedenti.
A cosa serve? Serve per viaggiare all’interno dell’Unione europea e tra le Regioni di colore rosso e arancione, attestando che ci si sta muovendo in sicurezza. Ma non solo: è anche necessario per partecipare alle cerimonie (come i matrimoni) o per andare a fare visita a un proprio caro. Viene rilasciato dalla piattaforma nazionale Digital Green Certificate (DGC).
Il documento deve sempre riportare nome e cognome della persona di riferimento, data di nascita, struttura che ha rilasciato la certificazione (in questo caso quindi il ministero della Salute) e il codice alfanumerico unico che viene attribuito automaticamente dalla piattaforma. Ma poi si cambia a seconda della situazione. Se ad esempio si è ricevuto il Green Pass dopo la somministrazione del vaccino, allora viene riportato il tipo di farmaco ricevuto e la denominazione dello stesso, il numero della dose effettuata e la data di somministrazione. Viene poi indicato lo Stato membro in cui è avvenuta la vaccinazione e la scadenza di validità del certificato. Se invece si riceve il Green Pass dopo aver contratto il Covid ed essere guariti il documento riporta la data del tampone molecolare risultato positivo e la durata della certificazione. Infine, nel caso in cui venga rilasciato dopo essersi sottoposti a test, il certificato riporta la tipologia di test effettuato, la data e ora, il risultato e il centro dove è stato eseguito.
Il Green Pass può essere consultato sul sito web, ma anche tramite fascicolo sanitario elettronico, App Immuni, App IO o tramite il Sistema Ts per mezzo del proprio medico.
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