Con la messa a punto del un nuovo piano gestionale relativo alle somministrazioni di AstraZeneca e Johnson&Johnson – una circolare del Ministero della Salute datata 11 giugno, infatti, ha stabilito che tanto uno quanto l’altro non possono più essere somministrati ai minori di 60 anni, come invece si stava facendo fino a diverso tempo fa –, la campagna vaccinale anticovid in Italia ha subito un rallentamento e conseguentemente un calo nelle sue prestazioni: sebbene il nostro paese continui a combattere il virus soprattutto attraverso Pfizer, le stime recenti indicano un calo del 60 % dell’utilizzo di AstraZeneca e uno dell’80% di Johnson&Johnson.
Se prima della circolare ministeriale le somministrazioni di AstraZeneca si aggiravano intorno alle 445.000, in questa settimana si sono ridotte a poco più di 195.000; stessa sorte è capitata a Johnson&Johnson: nel periodo antecedente all’11 giugno, si contavano più di 250.000 dosi inoculate, mentre adesso il numero si è stanziato a 50.000.
Le scelte più gettonate tra la popolazione giovane e adulta appaiono dunque il già citato Pfzier e Moderna, il cui uso è aumentato in maniera crescente per mezzo delle neo esigenze di mercato.