venerdì, Settembre 20, 2024
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La storia di Enzo, picchiato nel carcere di Santa Maria: “Dobbiamo scontare la pena ma non con la vita”

Si racconta per la prima volta a Fanpage.it Vincenzo Cacace: un detenuto sulla sedia a rotelle, oggi libero per fine pena, che racconta di essere stato picchiato all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Vincenzo Cacace a inizio intervista ci tiene a precisare la sua situazione:

Ho passato quasi 28 anni in carcere, per droga, associazione etc. etc. Sono uscito dal carcere il 2 settembre, per fine pena

Di istituti detentivi ne ha girati tanti ma non ha mai visto quanto accaduto il 6 aprile del 2020 a Santa Maria Capua Vetere.

Tutto ha avuto inizio da «Una piccola protesta», precisa Cacace, nata dall’interruzione dei colloqui con i familiari a causa dell’emergenza Covid. I detenuti secondo alcuni racconti avrebbero gettato contro la polizia penitenziaria olio bollente, ma Cacace sostiene non sia vero.

Al termine della protesta il giorno successivo, il famoso 6 aprile, la polizia penitenziaria ha fatto uscire dalle rispettive celle i detenuti, per dare vita a una delle pagine più nere della storia recente dei penitenziari italiani.

 Io sono sulla sedia a rotelle, mi sono abbassato perché non ce la facevo più, (mi colpivano ndr) in faccia, in fronte, dietro alla schiena, mi sono abbassato e martellavano. Siamo andati giù, loro per le scale io con l’ascensore. Anche nell’ascensore le percosse. Ci hanno rovinati, ci hanno portato sopra, salendo sopra ci hanno fatto il triplo. Un appuntato mi ha detto, Cacace non ti preoccupare perché si sono dimenticati le telecamere accese

E proprio grazie alle telecamere di videosorveglianza, agli atti dell’inchiesta, gli inquirenti stanno ricostruendo la vicenda che, per il momento, ha visto emettere 52 misure cautelari. Molte proprio contro esponenti della Polizia Penitenziaria.

Di quei momenti, Enzo ricorda precisamente ogni cosa:

Tutta la notte si sono messi, lasciavano uno e prendevano un altro. A me ci hanno messo mezz’ora a lasciarmi. Noi siamo diciamo malavitosi, abbiamo sbagliato nella vita, è giusto? Dobbiamo pagare, se sbagliamo, è giusto? Andiamo in carcere, la dobbiamo scontare la pena ma non con la vita, perché la vita è importante. Se andiamo in carcere, non siamo dei numeri di matricola siamo esseri umani

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