L’avanzare del tempo e la conseguente trasformazione della società può portare a uno scontro tra generazioni: in certi casi questo ciò frutta un arricchimento per entrambe le parti, in altri casi le può allontanare sotto l’egida di un’incompatibilità di valori impossibile da appianare.
Nel corso dell’omelia della messa di oggi – coincidente con la 1° Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, una ricorrenza istituita proprio dallo stesso Bergoglio – Papa Francesco ha espresso il suo punto di vista sulla questione esortando giovani e vecchi a collaborare per far sì che i primi, che ha definito profeti del futuro, possano assorbire la saggezza di chi ne ha viste tante e ‘‘non dimentichino la storia da cui provengono’’, e i secondi condividano la loro eredità con i neofiti della vita ‘‘senza sbarrare loro la strada’’.
Concentrandosi sul valore umano e storico di cui sono rivestiti gli anziani – ‘‘non sono degli avanzi di vita, degli scarti da buttare’’ –, il Pontefice ha proseguito spiegando come non bisogni perdere il contatto con il passato e la memoria perché senza di queste, appassiremmo. ‘‘Ora tocca a noi’’ ha asserito, ‘‘custodire la loro vita, alleggerire le loro difficoltà, ascoltare i loro bisogni, creare le condizioni perché possano essere facilitati nelle incombenze quotidiane e non si sentano soli”.
‘‘I nonni e gli anziani sono pane che nutre la nostra vita’’ e prestare loro attenzione, coccolarli, ascoltarli e dedicare loro parte del nostro tempo è il minimo che possiamo fare per sdebitarci di tutto quello che hanno fatto e fanno per noi.