L’assessore ha preso la mira. Ha puntato la pistola verso Youns e ha sparato.
A rivelare la dinamica di quanto accaduto è un cittadino marocchino sentito dagli inquirenti come uno dei testimoni chiave della morte di Youns El Boussettaoui, il 39enne ucciso martedì sera dall’assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici, ora ai domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa.
Le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza purtroppo mostrano solo il momento in cui Youns ha sferrato un pugno al politico del paese facendolo cadere a terra ma non il momento dello sparo.
Secondo il nuovo testimone Adriatici avrebbe sparato mentre il 39enne era ormai fermo. Avrebbe estratto la pistola mentre era a terra e avrebbe premuto il grilletto a sangue freddo.
Ora la famiglia di Youns chiede che venga fatta giustizia: con loro altre centinaia di persone che ieri sabato 24 luglio hanno sfilato per le vie per paese in una manifestazione contro l’odio. Intanto l’assessore è stato portato in una località segreta “per il serio e fondato pericolo per la propria incolumità”.
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