L’omicidio di don Peppe Diana, il prete di Casal di Principe che lottava contro la camorra e che fu tragicamente ucciso poco prima di celebrare la messa nel 1994, è un evento che ha segnato la storia napoletana degli ultimi vent’anni e che rappresenta una ferita ancora aperta per tutti coloro che lo amavano e lo supportavano nella sua battaglia.
La notizia della scarcerazione del suo assassino, Nunzio De Falco, per una malattia terminale, è stata accolta con contrarietà e rabbia da Marisa Diana, sorella 55enne di don Peppe, che si è lasciata andare a un duro sfogo: ‘‘Avrebbe dovuto morire in carcere perché mio fratello non è morto circondato dall’affetto dei propri cari, perché io non ho potuto abbracciarlo negli ultimi istanti. Io non ho avuto questa possibilità e non doveva averla nemmeno lui’’.
Nel 1991 Nunzio De Falco si rese responsabile di un altro omicidio, ordinando la sparizione di Mario Iovine a causa di un conto in sospeso tra clan rivali. Arrestato nel 1997 in Spagna, stava scontando i suoi due ergastoli in cella fino a quando il tribunale di sorveglianza non ha deciso di concedergli di morire in casa sua, rimanendo però agli arresti domiciliari.