Ricerca alla Federico II: l’ateneo napoletano è al 150° posto al mondo per produzione scientifica secondo NTU Rankings. In classifica anche l’Università di Salerno (496°).
“Publish or perish” (pubblica o perisci): è questo un famoso detto in voga in Accademia, per cui è possibile dedurre, con una leggera vena di black humour, che gli accademici esistono quasi soltanto nella misura in cui pubblicano. Scherzi a parte, pubblicare i risultati di indagini scientifiche è uno dei pilastri del lavoro accademico, che è infatti baluardo del progresso e della ricerca. Bene, secondo la National Taiwan University (NTU Rankings), la Federico II è tra primi 150 atenei al mondo proprio per il valore dalla sua ricerca. In particolare, l’ateneo federiciano si posiziona al 5° posto tra le università italiane in classifica, unico ateneo meridionale tra i primi dieci italiani.*
La classifica è elaborata e pubblicata dalla National Taiwan University ed è nota come NTU Rankings. Come il nome stesso suggerisce, essa si basa esclusivamente sulla produzione scientifica delle migliori università al mondo. Pertanto nella valutazione vengono presi in considerazione unicamente i fattori relativi alla ricerca. Nello specifico la produttività scientifica, l’impatto della ricerca, le citazioni, e la ricerca di eccellenza (con un impatto del 40%). La NTU Rankings valuta 6 ambiti (Agricoltura, Ingegneria, Scienze della Vita, Medicina, Scienze Naturali e Scienze Sociali) e 27 settori specifici.
La ricerca alla Federico II per NTU Rankings
Il lavoro dei ricercatori della Federico II è stato davvero eccezionale. L’università partenopea ha infatti migliorato di molto il suo posizionamento rispetto allo scorso anno accademico, quando era soltanto al 194° posto. Adesso, invece, si colloca al 150° su 816 atenei presenti in classifica.
Inoltre, grazie al numero di articoli pubblicati ed evidentemente alla qualità della ricerca, anche i valori specifici sono significativi. Per esempio, il numero di citazioni medie si attesta intorno a 51.2, mentre il valore H-index registra un punteggio di 59.1. Per quanto riguarda gli articoli pubblicati su riviste a grande impatto (High impact journal articles), il valore di riferimento si attesta su 30.0.
Considerando gli ambiti disciplinari, la Federico II è 111esima per l’Agricoltura (+17), 123esima per le Scienze della Vita, con un balzo in avanti di 60 posizioni. È poi 165° per Medicina (+38) e 117° per Scienze Naturali (+31). Meno entusiasmante il suo posizionamento al 293° posto per le Scienze Sociali. Per Ingegneria, invece, settore molto importante per l’ateneo federiciano, conviene fare un’ulteriore differenziazione per avere un chiaro quadro delle valutazioni.
Se, in generale, la Federico II si posiziona al 201° posto nell’ambito ingegneristico, il dipartimento migliora e ottiene buoni risultati in diversi settori specifici: Ingegneria civile è al 55° posto (+38 rispetto al 2020), al 145° per quella chimica (+5), al 137° per Scienze dell’energia e ingegneria (di nuova inclusione), e al 166° (+13) per Ingegneria elettronica.
Anche UniSa in classifica
Insieme alla Federico II, anche a UniSa la ricerca merita un posto in classifica, sebbene in posizione inferiore. L’Università di Salerno, infatti, si ferma al 496° posto, ma con buone prospettive di miglioramento, se vogliamo incrociare e leggere i dati delle altre classifiche pubblicate nel corso dell’anno.
L’ateneo salernitano è ‘solo’ 27esimo tra gli italiani inseriti nella NTU Rankings, ma raggiunge valori interessanti per quanto riguarda i fattori specifici relativi alla ricerca. Per esempio, ottiene 53.3 nel numero medio di citazioni, superando anche – seppur di poco – la Federico II. Anche l’H-index di UniSa non è particolarmente basso, con un punteggio di 46.6. Inoltre, di poco al di sotto dell’ateneo federiciano, l’università di Salerno ha ottenuto 25.0 per gli articoli scientifici pubblicati su riviste ad alto impatto.
Considerando i singoli settori, UniSa si posiziona nella fascia 351-400 per l’ambito ingegneristico, e nel gruppo 401-450 per Medicina e per Scienze Naturali.
La Campania tra le università del mondo
Ça va sans dire, tra le prime dieci università al mondo per ricerca c’è una piuttosto prevedibile predominanza di università americane e britanniche. Harvard, col massimo punteggio in quasi tutti i settori, poi Stanford, Toronto, Oxford, Johns Hopkins University, University College London, University of Washington, Massachusetts Institute of Technology, University of Michigan, University of Cambridge.
Insomma, difficile competere con la ricerca in questi atenei, condotta ai massimi livelli. Eppure, c’è da dire che non è scontato poter annoverare due università campane in questa classifica. È risaputo, infatti, che l’università italiana non è nota per l’equilibrato bilanciamento dei fondi destinati alla ricerca, (troppo) spesso orientati a Nord a danno degli atenei meridionali.
Proprio per questo andrebbe particolarmente lodato il lavoro di tanti ricercatori e docenti delle università meridionali e, in particolare, campane i quali, nonostante la più scarsa disponibilità di fondi rispetto ad altri colleghi in Italia e soprattutto all’estero, continuano incessantemente a dedicarsi al proprio lavoro, riuscendo a fare ricerca di qualità a livello internazionale e ottenendo risultati molto importanti come quelli pubblicati dalla NTU Rankings.
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* Università di Padova, Università La Sapienza, Università di Milano, Università di Bologna, Federico II, Università di Torino, Università di Pisa, Università di Firenze, Università di Genova, Tor Vergata.
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Foto di copertina: Mister No, CC BY 3.0 , via Wikimedia Commons.
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