venerdì, Novembre 22, 2024
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Roberto Benigni e Nicoletta Braschi: un amore a prima vista, anzi eterna vista

In questo momento voglio dedicare un pensiero a Nicoletta Braschi, qui in sala. Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni, io conosco solo un modo per misurare il tempo: con te o senza di te. Ce lo dividiamo questo Leone, io mi prendo la coda, per farti vedere la mia gioia, la mia gioia scodinzolando e tu ti prendi il resto; soprattutto le ali sono tue, perché se nel lavoro qualche volta ho preso il volo è grazie a te, al tuo talento, al tuo mistero, al tuo fascino, alla tua bellezza, alla tua femminilità, al fatto di essere donna. Essere donna è un mistero che noi uomini non comprendiamo. Aveva ragione Groucho Marx quando diceva ‘gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta’. Ed è la verità. Io non ce l’ho fatta ad essere come te, Nicoletta. Se qualcosa di bello e buono ho fatto nella mia vita è stato sempre attraversato dalla tua luce. Il nostro è stato un amore a prima vista, anzi ad eterna vista
Così Roberto Benigni, ieri sera, dopo aver ricevuto il Leone d’oro alla Carriera, aprendo l’edizione numero 78 della Mostra del Cinema di Venezia.
Una delle dichiarazioni d’amore più belle mai fatte da un uomo a una donna.

L’amore tra Roberto Benigni e Nicoletta Braschi

Nata a Cesena nel 1960, Nicoletta Braschi ha conosciuto Roberto Benigni dopo essersi trasferita a Roma per studiare all’Accademia d’arte drammatica. Un amore a prima vista, come dirà lui stesso 40 anni dopo a Venezia: “Veniva a prendermi all’Accademia e andavamo al cinema quasi tutti i giorni; quando si riusciva anche a teatro. Ci passavamo i libri“, aveva raccontato lei. Nicoletta ha lavorato con lui fin dal 1983, nel film Tu mi turbi, ha recitato insieme a Benigni nel film Daunbailò di Jim Jarmusch ed è stata la protagonista e Musa di tutti gli altri suoi film: Il piccolo diavolo, Johnny Stecchino, Il mostro, La vita è bella, Pinocchio, La tigre e la neve. Il matrimonio è arrivato il 26 dicembre 1991. I due non hanno avuto figli, forse per una decisione precisa: “Sto bene così. Forse non ho senso materno”, fu l’unica dichiarazione di lei a riguardo.

Lei e Benigni non si sono mai separati. Lui raccontò un curioso aneddoto:
Solo una volta non mi seguì. Fu per un’influenza. Eravamo invitati da papa Giovanni Paolo II alla proiezione della Vita è bella in Vaticano. Qualche tempo prima per averlo chiamato “Wojtilaccio” finii in processo per oltraggio alla religione di stato e vilipendio, e fui condannato a pagare un milione di multa alla Santa Sede, ma lui neanche se lo ricordava. C’erano una quarantina di suore polacche elegantissime, qualche cardinale, pioveva, e quando lui arrivò in pantofole rosse, intorno si alzò come una ola divina. “E la moglie?”, mi chiese. “Eravamo a Los Angeles e lì è rimasta, il medico le ha detto che stava talmente male da non poter rientrare, neanche l’avesse chiesto il Papa”. Ero serio, scoppiò a ridere, poi finita la proiezione rimase in silenzio e mi disse: “Mi hai fatto piangere, c’è tutta la mia vita lì dentro
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