Ennesima tragedia a Napoli dove nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 14 settembre, una giovane ragazza poco più che 20enne, studentessa universitaria, si è tolta la vita lanciandosi nel vuoto dal ponte di via Nuova San Rocco, nella zona di Capodimonte.
Momenti drammatici per chi ha assistito alla scena e ancor più per chi ha constatato la morte dopo l’intervento dei Vigili del Fuoco, impegnati nel recupero del corpo senza vita della ragazza universitaria.
Secondo una prima ricostruzione la ragazza, residente nella zona di Posillipo, arrivata sul posto avrebbe parcheggiato il suo scooter poco distante dal ponte per poi effettuare il gesto estremo lanciandosi nel vuoto. All’arrivo dei soccorsi la ragazza era già priva di vita.
“Sono anni che i cittadini chiedono di risolvere la situazione precaria del ponte di San Rocco. Ormai il ponte viene chiamato ponte dei suicidi. Sono state fatte richieste, denunce, abbiamo misurato il muretto e secondo la documentazione ricevuta, dopo i vari solleciti, il ponte non risulta a norma perché meno di un metro di altezza. Noi cittadini non chiediamo di schermarlo e chiuderlo perché sarebbe impossibile, ma almeno mettere le reti laterali sotto come nel Golden Gate Bridge”– queste le parole di Simona Provvido responsabile del Comitato civico Frullone San Rocco e candidata alla Municipalità 8 con la lista Cambiamo liberi e forti di Catello Maresca.
“Sono anni che abbiamo chiesto le reti di protezione e delle verifiche, anche dell’altezza del parapetto. Era sotto gli occhi di tutti la sua inadeguatezza rispetto alla normativa e per tal motivo era necessaria una messa in sicurezza.”- dice Rosario Palumbo, candidato al Consiglio Comunale con la lista Cambiamo liberi e forti di Catello Maresca.
Una tragedia che mette in luce ancora una volta le mancanze di una amministrazione indifferente alla sicurezza urbana. Quell’amministrazione che non ha mai dato una risposta alle richieste fatte per mettere in sicurezza il ponte e che, quindi, non ha ascoltato il territorio.
Nel dolore oggi risuonano pleonasticamente le tante richieste d’aiuto mai ascoltate e che pongono una straziante domanda: forse questa tragedia si poteva evitare?
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