venerdì, Novembre 22, 2024
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Il buco dell’ozono supera l’Antartide: è uno dei più profondi mai registrati

Ogni anno, il buco dell’ozono si forma sul continente antartico, ma quest’anno le sue dimensioni sono diventate tali, tanto da superare le dimensioni dell’Antartide e risultare uno dei buchi dell’ozono più grandi degli ultimi anni.

Lo strato dell’ozono è responsabile di assorbire parte delle radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole, le quali, in elevate quantità, sono pericolose per la nostra salute. Per tale motivo, alla sua scoperta nel 1985, il buco dell’ozono ha suscitato non poche preoccupazioni. Due anni dopo, nel 1987, l’UE e altri 196 stati hanno firmato il Protocollo di Montreal, un documento che vieta le principali sostanze chimiche dannose per l’ozono. Da allora, il buco dell’ozono viene costantemente monitorato.

La sua formazione è causata dalle sostanze chimiche prodotte dall’uomo, in particolare, dagli alocarburi, che sono dei gas contenuti nelle bombolette spray e nei refrigeranti, di cui oggi si fa largo uso. Come accade ogni anno, da agosto a ottobre, queste sostanze iniziano a danneggiare l’ozono presente nella stratosfera sopra l’Antartide, assottigliando lo strato di gas fino a formare un vero e proprio buco, che raggiunge il suo picco tra metà settembre e metà ottobre. In concomitanza con l’innalzamento delle temperature della stratosfera, l’assottigliamento dovuto agli alocarburi rallenta ed entro dicembre i livelli di ozono di solito tornano alla normalità.

Aggiornamenti sullo stato del buco dell’ozono

Il 16 settembre, ovvero nell’anniversario della firma del Protocollo di Montreal, il progetto europeo Copernicus Atmosphere Monitoring Service ha rilasciato il primo aggiornamento riguardante il buco dell’ozono di quest’anno. Sia lo strato di ozono che le radiazioni ultraviolette che colpiscono la Terra sono perennemente sotto osservazione; inoltre, vengono registrate le tendenze passate e raccolte informazioni sulla situazione attuale e futura dello strato di gas.

“Inizialmente, quest’anno, il buco dell’ozono si è sviluppato come previsto: sembrava abbastanza simile a quello dell’anno scorso, ma poi, più avanti nella stagione primaverile australe, si è trasformato in uno dei buchi dell’ozono più duraturi nel nostro record di dati. Ora le nostre previsioni mostrano che il buco di quest’anno si è evoluto in uno molto più grande del solito: il vortice è abbastanza stabile e le temperature stratosferiche sono addirittura inferiori rispetto allo scorso anno. Stiamo osservando un buco dell’ozono abbastanza grande e potenzialmente anche profondo”

ha commentato Vincent-Henri Peuch, direttore di Copernicus.

Come riportato dagli scienziati, il buco dell’ozono risulta più grande del 75% rispetto alla media dei buchi dell’ozono registrati dal 1979, superando così le dimensioni dell’Antartide.

Nonostante lo strato di ozono abbia mostrato segni di ripresa dopo la messa al bando degli alocarburi, occorre però ricordare che ci vorranno diversi decenni per eliminare completamente le sostanze in grado di ridurre l’ozono. Gli scienziati pensano che ciò possa accadere nel 2060-2070 e, nell’attesa che ciò avvenga, è di fondamentale importanza che ognuno di noi si impegni a rispettare l’ambiente e ridurre la produzione e l’emissione di sostanze chimiche ad opera dell’uomo.

Maria Rita Balletta
Maria Rita Balletta
Studentessa di Giornalismo ed Editoria presso l'Università di Roma Tre. Appassionata di Cultura, Ambiente e Sport.
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