Indagini chiuse sulla vicenda di Libero De Rienzo, l’attore trovato morto nella sua abitazione in zona Madonna del Riposo a Roma lo scorso 15 luglio. Sono stati infatti resi noti i risultati dei test tossicologici effettuati durante l’autopsia sul corpo dell’attore, i quali attestano che De Rienzo è deceduto a causa di un “arresto cardiorespiratorio per intossicazione acuta mortale da eroina”, oltre ad aver rilevato nel sangue anche tracce di cocaina e benzodiazepine, le quali, però, non sarebbero la causa della morte.
Per quanto riguarda Mustafa Minte Lamin, il pusher accusato di avergli venduto la droga, ora sarà probabilmente rinviato a giudizio: deve rispondere di detenzione, cessione di stupefacenti e morte come conseguenza di altro reato.
Il pusher era stato arrestato una settimana dopo che De Rienzo era stato trovato morto in casa, grazie ai tabulati telefonici dell’attore, i quali mostravano delle conversazioni tra i due. Libero De Rienzo ha prima contattato lo spacciatore attraverso Whatsapp, utilizzando un numero che aveva chiesto a un suo amico.
“Oh prima mi ha risposto, mi ha detto non prima delle 3, le 4 mo lo sto a chiamà a rotella e non mi risponde… vuoi provare a chiamarlo te?”.
Così c’era scritto nel messaggio scritto da De Rienzo all’amico, il quale ha poi risposto:
“O ci penso io… ma tra l’altro io mi rubo una cosetta e il resto te la lascio…”
L’amico ha inoltre confessato ai carabinieri di aver più volte assunto eroina insieme all’attore napoletano. L’analisi dei tabulati proverebbe anche la presenza dello spacciatore nei pressi della casa dell’attore proprio nel pomeriggio del 14 luglio, il giorno prima della morte di De Rienzo.