Dopo due anni dall’agguato di Piazza Nazionale Armando Del Re, già indicato dagli inquirenti come l’artefice del fatto, ha finalmente confessato le sue colpe. L’agguato, ai danni di Salvatore Nurcaro, ferì la piccola Noemi di quattro anni.
Sono passati due anni dall’agguato di Piazza Nazionale, sparatoria a sfondo camorristico condotta ai danni di Salvatore Nurcaro nel Maggio del 2019. Dopo tutto questo tempo finalmente Armando del Re ha ammesso il proprio coinvolgimento nella sparatoria che ferì gravemente lo stesso Nurcaro ma anche la piccola Noemi di appena 4 anni, colpita alla schiena da un proiettile vagante. La bambina ha lottato tra la vita e la morte e ha intrapreso un lungo periodo di riabilitazione non ancora concluso.
Del Re si è quindi detto responsabile nel corso del processo di appello che si sta tenendo in questi giorni (la sentenza è attesa per novembre). La famiglia della piccola non è però contenta di questa confessione, ritenuta una strategia per ottenere uno sconto di pena. Oltre a questo, Del Re starebbe cercando di convincere i giudici ad escludere l’aggravante mafiosa.
La sparatoria che ha colpito Noemi
I fatti di quel giorno sono stati ripresi da alcune telecamere di sorveglianza. Nelle immagini si vede un killer corpulento che, sceso da una motocicletta, apre il fuoco in pieno giorno e per strada inseguendo Salvatore Nurcaro, che rimarrà gravemente ferito. I colpi esplosi colpirono anche altre due persone: una donna fu raggiunta di striscio e la nipotina che era con lei, Noemi, fu centrata da un proiettile alla schiena.
Le indagini incastrarono i fratelli Armando e Antonio De Re, ritenuti vicini al clan Formicola. Il primo è accusato di essere l’esecutore materiale dell’attentato e l secondo per aver fornito supporto logistico.
Stando alle conclusioni degli inquirenti il movente era d ricercare nelle dinamiche criminali che coinvolgono il centro di Napoli, ovvero la zona delle Case Nuove, di cui sono originari i due fratelli, e Napoli Est, dove invece fino a poco tempo prima viveva Nurcaro, ritenuto vicino al clan Reale.
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