“Mainettiano”: è questo il termine con il quale immaginiamo la definizione che tra vent’anni verrà attribuita ai film di produzione italiana che, attraverso una caratterizzazione dei personaggi certosina e un susseguirsi di eventi che messi insieme rendono la trama scorrevole e al tempo stesso spettacolare, senza necessità di colpi di scena, ma con effetti speciali da manuale e una scelta oculata e sempre azzeccata delle musiche, danno vita a quello che potremmo definire, restando con i piedi ben piantati a terra, un kolossal. Stiamo parlando, ovviamente, di Freaks Out, il film del momento.
La seconda opera di Mainetti è senza dubbio rischiosa: Roma sotto l’occupazione nazista e un gruppo di circensi dalla spiccata “romanità”, due componenti che potrebbero far pensare ad un film dozzinale, ma perché allora siamo andati a disturbare il termine “Kolossal”?
Un viaggio alla perpetua ricerca di qualcuno, alla costante ricerca della libertà. I circensi non vogliono solo scappare dai tedeschi, ma anche dai loro poteri che, da un lato li rendono speciali, dall’altro li rendono perennemente schiavi.
L’uomo lupo, il nano calamita, la ragazza elettrica, ma una menzione speciale è per Cencio, interpretato magistralmente da Pietro Castellitto. Un personaggio fondamentale per la narrazione, che riesce con la sua ironia a dare leggerezza ad ogni scena, senza mai risultare stucchevole.
La seconda guerra mondiale fa da sfondo alle manie di Franz, uno psicopatico strafatto di etere. Il personaggio, interpretato da Franz Rogowski, è la star frustrata del Berlin Zircus ed ha anch’egli un superpotere: riesce a vedere il futuro, ma vuole cambiarlo, proprio grazie ai superpoteri dei circensi.
Mainetti in due ore ci ricorda che il cinema è soprattutto idee, voglia di stupire e passione: solo queste 3 componenti potevano evitare di far finire questo film su una delle tante piattaforme streaming.
Questo è un film da cinema e per il cinema.
