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2021 alla fine della corsa: che cosa ci resta di questo anno?

Dal successo della campagna vaccinale, ai trionfi dello sport e della fisica. Sul web proliferano i meme, mentre nel mondo reale il cambiamento climatico diventa inevitabile. E per l’Economist, l’Italia è il Paese dell’anno nel 2021.

Ci eravamo lasciati il 2020 alle spalle con la promessa che il 2021 sarebbe stato l’anno del riscatto. La chance di miglioramento che pensavamo che il mondo meritasse dopo l’infausto 2020. E così, dopo 365 giorni da questa tacita promessa, ci troviamo di nuovo a fare il punto della situazione ripensando ai principali eventi che ci hanno condotto all’alba di un nuovo anno.

Il buongiorno si vede dal mattino…di nuovo

Diciamo la verità, però. Con il 2020 appena conclusosi, le nostre aspettative verso il 2021 non erano poi così alte. Eppure, il nuovo anno ha saputo sorprenderci con un’entrata in grande stile che ha superato tutte le nostre peggiori aspettative. Stile 2020, per intenderci. Già, perché proprio come il suo predecessore, che era iniziato con lo spettro della guerra dopo la minaccia americana, così il 2021 si è aperto il 6 gennaio con l’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori americani del presidente uscente Donald Trump.

Decine e decine di estremisti hanno fatto irruzione nella sede del Congresso, vandalizzandola. Tutti hanno potuto osservare Jack Angeli, fanatico cospiratore del deep web, nelle vesti di sciamano, irrompere a Capitol Hill insieme ai suoi ‘seguaci’ in versione Village People, appoggiati probabilmente anche da una parte della polizia di Washington. Una scenetta comica a tratti, che ha dato un brillante avvio alla proliferazione dei meme del 2021 sul web, poi incrementata nel corso dell’anno. Esilarante, sì, se non stessimo parlando di un evento drammatico, espressione di una società chiaramente in piena degenerazione.

Ottime premesse, no?

Meme assalto Campidoglio. Credits: https://www.exibart.com

Dall’annus horribilis all’annus mirabilis?

Comunque, se dobbiamo proprio tirare le somme di questo 2021, non possiamo di certo definirlo horribilis come il suo predecessore. Speravamo in tempi migliori, ma mai avremmo pensato di distinguerci in Italia addirittura per la nostra politica. Partiamo dalla fine, infatti, e ricordiamo che a dicembre 2021 per l’Economist l’Italia è il Paese dell’anno. Secondo la prestigiosa rivista britannica “l’onore va all’Italia non per i suoi calciatori che hanno vinto il trofeo più importante d’Europa, non per le sue pop star che hanno vinto la gara canora Eurovision, ma per la sua politica”. Strano ma vero. L’economia dell’Italia corre più di Francia e Germania nel 2021 e il merito, per l’Economist, è tutto di Mario Draghi ,“un Presidente del Consiglio competente e rispettato a livello internazionale”.

Ha convinto anche la pronta risposta italiana in contrasto alla pandemia con brillanti risultati ottenuti nonostante le incessanti, piuttosto bizzarre e grottesche polemiche dei No-Vax. Entra in vigore il Green Pass e, nonostante le opposizioni, l’Italia si distingue per una campagna vaccinale veloce, efficace ed efficiente. È proprio questa che ha permesso al nostro Paese prima di ripartire e poi di resistere abbastanza dignitosamente alle ondate pandemiche. Una partecipazione massiva che ha fatto registrare numeri molto più alti di alti Paesi europei e che ci conforta per il futuro, anche se la luce in fondo al tunnel sembra ancora fioca al momento, a causa della variante Omicron.*

“Difficile negare che l’Italia di oggi sia un posto migliore di quanto non fosse nel dicembre 2020. Per questo è il nostro Paese dell’anno” – the Economist, dicembre 2021.

Dalla musica allo sport: l’Italia ha fatto jackpot

C’è da dire che, al netto della pandemia, quest’anno l’Italia le ha vinte proprio tutte!

A maggio a Rotterdam il trionfo della musica italiana sul palco dell’Eurovision. I Måneskin non sono stati Zitti e Buoni e con la loro verve e quella travolgente voglia di andare oltre, hanno portato l’Italia sul tetto d’Europa conquistando il trofeo canoro dopo 30 anni.

Un’estate italiana

“Notti magiche, inseguendo un goal, sotto il cielo di un’estate italiana”, cantavano Gianna Nannini ed Edoardo Bennato durante i mondiali del ’90. Prendiamo in prestito questa citazione perché non si può certo dire che l’estate non sia stata all’insegna degli azzurri. In tutti i sensi.

A giugno l’Italia cavalca l’entusiasmo del momento: mentre nel ‘mondo reale’ i vaccini cominciano a mostrare la loro efficacia, riaccendendo la speranza di ritornare presto alla vita normale, la Nazionale procede imbattuta sul cammino verso la coppa europea. Vinciamo contro Svizzera, Belgio, Francia, fino ad arrivare alla finale dell’11 luglio. Una partita al cardiopalma, all’ultimo rigore. In campo contro l’Inghilterra a casa loro, a Wembley. Milioni di italiani, tutti riuniti intorno ai televisori o ai maxischermi (anche grazie alle ridotte restrizioni anti-covid), supportano gli azzurri, che ai vantaggi dei calci di rigore riportano la coppa a Roma dopo 60 anni. It’s cominng (to) Rome, si dirà, scimmiottando i rivali inglesi che già stavano pregustando la vittoria del campionato al suono di it’s coming home. Un’esplosione di gioia di vivere che non si vedeva da molto – troppo – tempo.

Meme sulla vittoria dell’Italia agli Europei contro l’Inghilterra.
L’Italia le vince proprio tutte

Ma non abbiamo avuto nemmeno il tempo di smaltire l’elettrizzante vittoria della Nazionale, che gli azzurri alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (slittate al 2021 a causa della pandemia) sono andati oltre ogni più rosea aspettativa. Ci hanno fatto palpitare, sognare, volare. Ben 40 medaglie nelle discipline olimpiche: 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi.

Oro nella marcia 20km maschile (Massimo Stano) e il giorno dopo oro anche in quella femminile (Antonella Palmisano). E poi oro nel ciclismo a squadre su pista, con annesso record del mondo in 3’42”032.

Ma la data da ricordare è il 1° agosto. Lì, su quella pista in tartan avviene il “Miracolo” (per dirla alla Troisi) e l’Italia conquista due meravigliosi ori nel giro di 20 minuti. L’oro di Tamberi nel salto in alto, a parimerito con Barshim, diventa un bellissimo esempio di sportività. Mentre Jacobs porta l’Italia sul gradino più alto del podio olimpico nella gara regina dei giochi: i 100 metri.

Poi Irma Testa, di Torre Annunziata, che diventa la prima pugile nella storia del pugilato femminile a conquistare una medaglia di bronzo alle Olimpiadi. E il nuoto, la scherma, il ciclismo, il judo, il taekwondo, il canottaggio e molti altri successi in una preziosissima collezione di medaglie che consacra quella di Tokyo 2020 come l’edizione dei giochi olimpici più premiata della storia per l’Italia.

Ma l’Italia non si è fermata qui. È la prima volta di un italiano in finale a Wimbledon, courtesy of Matteo Berrettini, lo stesso giorno in cui a Wembley l’Italia del calcio avrebbe battuto l’Inghilterra nella finale degli Europei. E poi doppietta d’oro ai campionati europei di pallavolo maschile e femminile. Vinciamo tutto, anche il campionato di football americano e quello di polo e cricket. Insomma, il 2021 è il trionfo dell’Italia dello sport.

Persino il premio Nobel!

Ma non solo. Mentre in strada scoppiano le proteste dei No-vax, che si dichiarano contro la scienza, Giorgio Parisi, fisico dell’Università di Roma “La Sapienza” e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, ha ricevuto il Nobel per la Fisica 2021. È stato insignito del premio insieme al giapponese Syukuro Manabe e al tedesco Klaus Hasselmann «per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi», soprattutto «per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria».

Anche un premio Nobel in questo 2021. L’Italia non si è fatta mancare proprio nulla.

Il lato oscuro del 2021 e i fallimenti della politica all’estero

Tuttavia, la violenza del mondo ci riporta ai drammi della politica estera. Il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan aveva fatto già presagire il fallimento di vent’anni di gestione inefficace da parte dei governi occidentali. È il giorno di Ferragosto, infatti, quando i Talebani riconquistano Kabul, chiudendo brutalmente la parentesi occidentale nel Paese e infrangendo tutti i sogni di libertà e democrazia coltivati da una popolazione sfinita dalla guerra. Un disastro umanitario che porta gli abitanti del Paese a cercare di fuggire dal giorno alla notte, mentre l’Afghanistan ripiomba nel buio del suo passato. E a soffrire sono specialmente le donne, consapevoli del progressivo annientamento dei propri diritti e delle proprie prospettive di indipendenza. Tutto questo a pochi giorni dal ventennale della caduta delle Torri Gemelle (11 settembre 2001), momento in cui il mondo cominciò a fare i conti con la minaccia aperta del terrorismo.

I tristi addii

Sembra quasi uno scherzo del destino, quando solo un paio di giorni prima della ripresa di Kabul da parte dei Talebani, il mondo perde Gino Strada. “I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi”, diceva il fondatore di Emergency; e sulla guerra si esprimeva così: “Spero che si rafforzi la convinzione che le guerre, tutte le guerre sono un orrore. E che non ci si può voltare dall’altra parte, per non vedere le facce di quanti soffrono in silenzio.”

Nel 2021 ci lascia anche il Principe Filippo (99 anni), un altro duro colpo per il Regno Unito, dopo la Brexit e le sue conseguenze, e il governo controverso di Boris Johnson. Il mondo dello spettacolo italiano e internazionale si stringe per la morte di Raffaella Carrà. In lutto anche il mondo della musica, che deve dire addio a Franco Battiato, e quello della danza, che saluta Carla Fracci, instancabile ballerina che ha calcato i palcoscenici fino a 77 anni.

2021: odissea nello spazio

Il 2021 è un anno da ricordare, invece, per i viaggi nello spazio. Il 18 febbraio Perseverance, lanciata nel luglio 2020, atterra finalmente su Marte ed è un grande successo per la NASA. Pochi mesi dopo, il 20 luglio 2021, il primo viaggio ‘turistico’ nello spazio con Jeff Bezos.

Codice rosso per il clima

Tuttavia, se la mente dell’uomo è chiaramente proiettata al futuro nello spazio, non sono sufficienti i suoi sforzi per preservare lo stato di salute della Terra. Nel 2021 gli scienziati sono d’accordo nell’affermare che il cambiamento climatico è ormai irreversibile. Il problema non è più se il surriscaldamento supererà il limite di 1,5°C, ma quando questo avverrà. 

Ricorderemo tutti il 2021 come quello degli eventi climatici estremi in Europa. Mentre la Germania viene devastata dalle alluvioni, con circa 100 morti e migliaia di feriti, l’Italia soffre temperature insopportabili e forte siccità sull’intero territorio, con una menzione speciale per la Sicilia. Nella provincia di Siracusa, infatti, l’11 agosto si sono toccati i 48,8 gradi. In generale, secondo l’ultimo report di Legambiente, nel 2021 in Italia si sono verificati 187 eventi climatici estremi.

Il cambiamento climatico è stato al centro della COP26, alla quale hanno partecipato i principali attori in prima linea nella lotta al global warming. Lo scopo sarebbe stato quello di definire con esattezza misure urgenti e organiche per far fronte tutti insieme all’inevitabile cambiamento climatico. Risultato? Tante parole e troppi compromessi.

2022: l’anno della ‘fine’?

Fine. Fine è una parola relativamente sottovalutata. Possiamo leggerne il significato negativo. Ma fine assume anche un valore intrinsecamente positivo. Perché non c’è inizio senza la fine di qualcosa. E allora da questa prospettiva saremmo tutti concordi nell’auguraci una sola grande fine per il nuovo anno: quella di una disastrosa pandemia che ha sconvolto le nostre vite e che non ci ha lasciati per niente migliori di com’eravamo. Semmai peggiori, se proprio dobbiamo essere sinceri.

A voler essere piuttosto lapalissiani, potremmo augurarci la fine degli egoismi e, quindi, l’inizio di una limpida collaborazione per riuscire a migliorare non solo questo pianeta, ma anche la salute dei suoi abitanti. Ma troppa filosofia, a volte, ci allontana dal sapore delle cose. Perché se il 2021 è stato una vera scommessa, anche il 2022 è in pronto in postazione con premesse non particolarmente entusiasmanti e con un velo di timore negli occhi del pubblico che lo osserva.

E quindi anche quest’anno tutti noi saremo lì, allo scoccare della mezzanotte, ad aspettare che il 2022 scatti veloce. Pieni di mille dubbi, quando la pistola da starter darà il via, resteremo tutti col fiato sospeso, a caricare con mille aspettative questo nuovo corridore, che correrà veloce, forse inciamperà, forse perderà la concentrazione per qualche istante. Non possiamo saperlo. Ma è questo il bello della corsa: possiamo viverla soltanto in quei secondi. Quindi, che dire? Possiamo solo augurarci che il 2022 faccia la fine di Jacobs!

* Al 30/12/2021 sono state somministrate 110.565.671 dosi in Italia. L’85,82 % della popolazione over 12 ha completato il ciclo vaccinale. Il 61,44 % della popolazione potenzialmente oggetto di richiamo lo ha ricevuto. Per un report completo sui vaccini è possibile consultare il sito del governo.

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