A Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri. Sul tavolo ci sono le nuove misure per frenare i contagi da Covid.
Per “tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza, l’obbligo vaccinale” anti Covid si applica a tutti i residenti in Italia, anche cittadini europei e stranieri, che “abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età”, si legge nella bozza. L’obbligo vale “fino al 15 giugno”, ma la data sarebbe in discussione. Sono esentati i casi di “accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore”.
A partire dal 15 febbraio i lavoratori pubblici e privati, compresi i lavoratori in ambito giudiziario e i magistrati, che hanno compiuto 50 anni per andare al lavoro dovranno esibire il Super Green pass, che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid, prevede la bozza del decreto sul tavolo del Consiglio dei ministri.
Tutte le imprese potranno sostituire i lavoratori sospesi perché sprovvisti di certificazione verde Covid. Lo prevede la bozza del nuovo decreto sul tavolo del Consiglio dei ministri che estende la misura inizialmente prevista per le Pmi fino a 15 dipendenti. La sostituzione rimane di “10 giorni rinnovabili fino al 31 marzo 2022, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro per il lavoratore sospeso”.
Alle scuole elementari, con un solo contagio, la classe resta in presenza con testing di verifica, ma con due va tutta in Dad, sempre secondo quanto prevede la bozza del decreto sulle nuove misure anti-Covid. Alle scuole superiori e alle medie la Dad scatterebbe solo al quarto caso in classe, mentre con tre casi solo i vaccinati resterebbero in presenza e comunque monitorati (Dad per i non vaccinati). Anche alle superiori, con fino a due casi è prevista autosorveglianza per tutti e utilizzo Ffp2. Questa la proposta del Governo sulle misure per le quarantene, in vista del ritorno in classe a gennaio. E c’è stato un confronto serrato durante l’incontro tra Regioni e Governo. I governatori hanno chiesto di abbassare, per le superiori, a 3 contagi in classe la soglia che farebbe scattare la Dad. Tra le richieste, i presidenti di Regione ribadiscono la necessità che il Cts si esprima sulla data di ripresa delle scuole. Tra le proteste più accese, la questione sulle difficoltà legate al sistema di tracciamento: diversi governatori hanno discusso sull’utilità o meno dei tamponi agli asintomatici, che – dicono – sottraggono risorse umane per le vaccinazioni e attività ordinaria. Rispetto a questa proposta, il Governo ha manifestato la sua apertura e ha assicurato che chiederà un parere al Cts.
Fino al 31 marzo 2022 servirà il Super Green pass per accedere ai “servizi alla persona” come il parrucchiere ma anche per “pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali, fatte salve quelle necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona”, si legge ancora nella bozza. L’obbligo di Super pass per i servizi alla persona varrà dal 20 gennaio, mentre per le altre attività dal primo febbraio, previa adozione di un dpcm che individuerà le attività escluse dall’obbligo.
L‘obbligo di Super Green pass dovrebbe inoltre essere esteso per l’accesso ad altre attività oltre a quelle già oggi previste: servizi alla persona, servizi pubblici, attività economiche, salvo alcune eccezioni che verranno indicate espressamente. Tra le attività economiche per le quali dovrebbe servire il Green pass rafforzato si citano a titolo di esempio i centri commerciali. La proposta avanzata dal premier Mario Draghi in cabina di regia sul Covid riflette le classi di età più ricorrenti nelle ospedalizzazioni: non è un compromesso politico, sottolineano fonti di governo al termine della cabina di regia. La proposta, oltre a riguardare gli over 50, estende l’obbligo di Super Green pass per alcune categorie di attività.
Un decreto per nuovi sostegni economici alle attività in crisi a causa del Covid dovrebbe arrivare tra una decina di giorni, attorno alla metà di gennaio. E’ quanto si apprende da fonti di governo. Del provvedimento si sarebbe parlato in cabina di regia, concordando sulla necessità di fare un’attenta valutazione di quali attività abbiano bisogno di un intervento.