Patrick Zaki non si ferma, continua studi ed esami anche a distanza. Pronto l’esame sui movimenti femminili direttamente da Il Cairo
di Nicolaos Nicolau
Patrick Zaki un nome, mille battaglie. Sono passati quasi due anni da quando lo studente dell’Università di Bologna sarebbe stato catturato dal servizio segreto egiziano all’aeroporto del Cairo. 7 febbraio 2020 : una data che ha segnato, assieme al caso Reggeni, l’inizio di una mobilitazione della società civile e della nostra politica contro l’ingiusto sistema di repressioni nei confronti degli attivisti adottato dal governo Al-Sisi.
P. Zaki non era di certo una figura poco conosciuta dapprima dell’arresto. Attivista originario di Mansura, (Egitto) ha partecipato attivamente all’organizzazione delle campagne elettorali del liberale e attivista politico Khaled Ali. I guai iniziano in seguito al master universitario seguito in Italia, dove l’opinione pubblica continua a sostenerlo. Fortunatamente, l’alba di quest’odissea è vicina. Negli ultimi mesi la strategia di Abdel Fattah Al-Sisi nei confronti degli attivisti anti-regime cambierà rotta verso una gestione più pacifica e riconciliante. L’ultimo capitolo, quindi, potrebbe terminare con la prossima udienza del 1 febbraio. Sarà quella decisiva?
Intanto Zaki continua a studiare ed approfondire le materie che tanto lo appassionano. I segni di questa lunga detenzione sono parte integrale della sua esperienza, un bagaglio che affiancherà il suo futuro Master europeo in studi di genere e delle donne GEMMA. Insomma, nonostante i trascorsi, la mela resterà vicino all’albero della giustizia e delle libertà. Ieri, Patrick avrebbe passato l’esame sui Movimenti femminili italiani che aspettava dal febbraio 2020.
Forza Zak!
