Misure più rigide per la sicurezza dei siti per adulti. Regno Unito sfida il porno online
Di Nicolaos Nicolau
L’incubo di una generazione si sta per avviare. A quanto pare sua maestà e mr Johnson incrementeranno la sicurezza dei siti porno, evitando definitivamente l’accesso dei giovanissimi . Una mossa programmata da diversi anni, il quale scopo mirerebbe ad una generazione più protetta dalle troppe porte del web. Un piano affidabile, peccato per la scarsa considerazione empirica di alcuni dati. Adolescenti e pubertà pronti al braccio di ferro, ecco cosa rivelano i dati su di loro.
La ricerca condotta dal British Board of Film Calssificacion sulle età verificate e sui rapporti tra giovani-pornografia del 2020 ha dimostrato dati sconfortanti, i quali dipingono al meglio l’avanzamento dei soliti tabù nelle fasce d’età più giovani. Infatti, secondo i dati, il 51% dei bambini di età compresa tra 11 e 13 anni hanno preso visione di contenuti pornografici. I ragazzi di questa fascia la descrivono come ricerca volontaria, mentre i bambini al di sotto dei 10 anni si imbattono in immagini troppo spinte in maniera casuale.
Pornografia e Social insicuri
L’ analisi della City University, in un sondaggio su un campione rappresentativo di oltre 1.000 ragazzi di 16 e 17 anni ha straordinariamente constatato che: Il (63%) avevano visto più contenuti sui social media, che su siti pornografici online (47%).Un sondaggio del 2021 su oltre 2.100 adulti britannici commissionato dalla Carità Cristiana CARE, ha rilevato altri dati riguardanti l’opinione dei grandi . L’81% degli adulti del Regno Unito è d’accordo con la dichiarazione: “Il governo dovrebbe implementare la verifica dell’età per proteggere i bambini da tutta la pornografia online”. Il 79,5% delle generazioni più vecchie è d’accordo con l’affermare che: “Ci dovrebbe essere un limite di età di 18 anni per l’accesso alla pornografia online”.
Porno: cosa ne pensano i genitori inglesi
Il rapporto di ricerca del 2019” We Need to Talk About Pornography”, dell’organizzazione benefica Internet Matters, rileva che: Quasi la metà (48%) dei genitori si preoccupa che la pornografia online dia ai propri figli “educazione sessuale impropria” e una visione irrealistica del sesso normale. Più di un terzo (34%) dei genitori teme che il figlio diventi insensibile a contenuti brutali o violenti. Il 53% delle mamme teme che l’esposizione alla pornografia dia ai propri figli una pessima rappresentazione delle donne come oggetto di abuso. Difatti, molti studi anche italiani, testimoniano l’aumento di maschilismo nei campioni connessi al sito arancione sin dalla tenera età.
The Online Safety Bill sul porno
Apparentemente si era dimostrata una strada a più riprese, eppure negli ultimi giorni il parlamento UK riuscirà a limitare la fruizione di video porno ai minorenni. Proprio così, gli ambasciatori del rompi tabù per eccellenza come Sex Education (sitcom di Netflix) ritornano sulle orme della Online Safety Bill. Questo disegno di legge fu messo in campo per la prima volta nel 2012, ma con troppi effetti collaterali e zero compartecipazioni. Il tema fu riproposto nel 2019, ma non ha mai preso piede dato l’inizio della crisi pandemica. Come nel migliore dei finali, il terzo tentativo è quelli giusto. La legge è tornata in auge quest’anno, avendo un ampio consenso da parte del premier B. Johnson e di tutto il Conservative Party.
Secondo il nuovo decreto Online Safety Bill, I siti espliciti dovranno verificare l’età degli utenti tramite il confronto con dati personali. Quest’ultimi potranno essere ricavati dall’introduzione dei dati sensibili da carte di credito o qualsiasi sistema terzo che certificherebbe l’età anagrafica dell’utenza. Il controllo delle verifiche sarà affidato all’autorità regolatrice indipendente per la società delle comunicazioni OFCOM. Secondo il nuovo regolamento, i dati degli utenti rimarranno anonimi. Riguardo i danni, se le procedure di verifica fossero mancate, ofcom potrà multare le aziende o i siti diffusori tramite una sanzione pari al 10% delle entrate annue del suddetto sito.
Nel peggiore dei casi, il programma potrebbe bloccare le aziende e l’accessibilità nel Regno Unito. Un opzione però difficile da attuale e poco pratica. I proprietari di questi siti web potrebbero anche essere ritenuti penalmente responsabili, ma oramai per cancellare le proprie chat basta un click. In precedenza, solo i siti porno commerciali che consentivano contenuti generati dagli utenti erano nell’ambito del disegno di legge sulla sicurezza online, ma tutti i siti porno commerciali saranno ora coperti.
Le parole di Andy Burrows e del Vice-ministro filo conservatore C.Philip alla BBC
Andy Burrows, della National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC), ha accolto con favore il rafforzamento dell’Online Harms Bill. Nonostante sostenga che il decreto non sia andato abbastanza lontano. “E ‘giusto che il governo abbia ascoltato le chiamate per risolvere una delle lacune nel Online Safety Bill e proteggere i bambini dalla pornografia ovunque sia ospitato”- A. Burrows alla BBC.
L’ opinione rimane positiva anche da parte del Vice- ministro dell’economia Digitale e della tecnologia Chris Philip, il quale afferma :” È troppo facile per i bambini accedere alla pornografia online. I genitori meritano la pace della mente che i loro figli sono protetti online da vedere cose che nessun bambino dovrebbe vedere.” Continua Philip – “ ora stiamo rafforzando il disegno di legge sulla sicurezza online, quindi si applica a tutti i siti porno per garantire che raggiungiamo il nostro obiettivo di rendere Internet un luogo più sicuro per i bambini”.
Conclusioni
Al finale, il 7 marzo ha definito un nuovo limite all’esposizione degli adolescenti ai siti per adulti. La situazione diventa così stuzzicante, in un clima teso, alimentato ultimamente anche dalle confessioni della cantante Billie Ellish e delle sue dipendenze. Nuove barriere si alzeranno verso l’immensa apertura della rete. Per il governo inglese sarà difficile distinguere tra i contenuti vietati e quelli no. Mentre sarà impossibile perseguitare i responsabili, protetti da luoghi e schermi. Riuscirà il fragile governo a far sopravvivere la fallita Digital Economic Act? Indubitabilmente il 10 di Downing Street potrà continuare a dipingersi di arancione, probabilmente anche di verde dato il grande vantaggio sull’economia interna.