Sta facendo molto parlare di sé in questi giorni WeWard, l’applicazione per dispositivi mobili che promette di ricompensare con una valuta digitale interna, convertibile in denaro, gli utenti che camminano e fanno sport. Si tratta di un’idea nuova ma non inedita, che tuttavia sta suscitando molto interesse tra i tanti che sperano di guadagnare semplicemente facendo movimento e gli scettici che si chiedono se l’app funzioni davvero. Cerchiamo di capirne di più.
Che cos’è WeWard?
L’idea alla base di WeWard è molto semplice: una volta scaricata l’app, più passi fa l’utente nel corso della giornata più viene ricompensato. Per ricevere 1 ward, la valuta interna dell’applicazione, è sufficiente per esempio fare 1500 passi; con 20mila passi si accumulano invece 25 ward e così via, per un sistema di “retribuzione” crescente. Una volta accumulati i ward, l’utente può decidere di convertirli in euro e trasferirli in banca oppure trasformarli in buoni spesa e voucher spendibili su siti partner.
Dal momento del lancio, l’applicazione ha avuto un vero e proprio boom di download (già oltre 5 milioni di utenti tra Francia, Spagna e Belgio), che dimostra quanto la possibilità di essere pagati per un’attività tanto semplice quanto camminare o correre faccia gola un po’ a tutti. A contribuire però a questo successo non è solo l’intenzione iniziale, che come detto è stata già intrapresa in varie forme da altre startup come Movecoin, ma anche la maggiore facilità di spesa dei crediti accumulati, che rende WeWard un’ottima opzione per togliersi qualche sfizio.
Il funzionamento di WeWard, peraltro, non si limita soltanto al movimento fisico ma si basa anche su altre possibilità, come sondaggi, acquisti tramite affiliazioni e pubblicità, che permettono di arrotondare i ward già raccolti e raggiungere più velocemente le soglie convertibili. Chiaramente non bastano pochi passi per guadagnare, ed è questa la maggiore critica mossa da chi ritiene WeWard uno specchio per le allodole: il primo bonifico utile è infatti quello da 15 euro pari a 3mila ward, per i quali dunque sono richiesti tempo e costanza.
Ricompense e bonus online: quante opzioni per chi naviga online
Quella di WeWard è solo l’ultima iniziativa in ordine di tempo fondata sull’offrire ricompense agli utenti. Nel corso degli anni, infatti, sono state diverse le società che hanno cercato di creare uno scambio reciproco con i consumatori/utilizzatori, sia come sistema di fidelizzazione che come strumento per ottenere dati importanti in maniera esplicita.
Le piattaforme dedicate, per esempio, ai sondaggi online sono tante e di diverso tipo, ma tutte fondamentalmente basano la propria proposta sulla possibilità per gli utenti di ottenere crediti e buoni spesa rispondendo alle domande che vengono periodicamente poste a fini statistici. AltaOpinione è solo uno dei brand storici in questo settore, che proprio grazie al sistema premiante è riuscito a ottenere numeri importantissimi e a diventare un esempio di successo nel proprio comparto specifico.
Esistono poi altri sistemi di natura temporanea, come i bonus, che vengono proposti da diversi tipi di società come metodo per testare dei servizi in forma gratuita. È quello che accade, per esempio, nei casino online, come quelli censiti dal portale Casinos.it, che proprio sfruttando la “ricompensa” del bonus senza deposito riescono ad avvicinare gli utenti potenzialmente interessati al servizio e a garantirgli un periodo di uso della piattaforma gratuito per un certo periodo di tempo. Per invogliare i giocatori, ancora di più, la piattaforma fornisce informazioni sui vari premi e su come riscuoterli, oltre che informazioni sulla sicurezza, e consiglia solo siti sicuri con licenza.
Questo è probabilmente uno dei sistemi storicamente più utilizzati sul web, che tuttavia i casino digitali hanno fatto proprio per far conoscere le caratteristiche dei diversi svaghi da utilizzare via PC o smartphone senza vincolare l’utente finale a un abbonamento: una scelta che nel tempo ha pagato, se consideriamo i numeri attualmente realizzati da questo tipo di piattaforme.
Non mancano, infine, applicazioni che ricompensano l’utente in cambio dello svolgimento di specifiche “missioni”: BeMyEye, per esempio, paga gli utenti affinché essi svolgano delle precise attività all’interno dei punti vendita richiesti, con invio di foto e risposte ad alcune domande. Scopo del servizio è quello di ottenere informazioni utili per le aziende committenti a fini di marketing, relativamente alla gestione dei vari brand nei negozi: al tempo stesso, l’utente viene pagato e può dunque ottenere un interessante vantaggio in cambio di pochi minuti di lavoro.