La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo poche ore dall’attacco russo nel territorio ucraino, ha duramente condannato l’operato di Putin e le sue motivazioni.
“Questa mattina presto, le forze russe hanno invaso l’Ucraina, un Paese libero e sovrano. Ancora una volta, nel centro dell’Europa, donne, uomini e bambini innocenti muoiono o temono per la loro vita. Condanniamo questo barbaro attacco e gli argomenti cinici usati per giustificarlo. Il presidente Putin è responsabile di riportare la guerra in Europa. In queste ore buie, l’Unione europea è unita all’Ucraina e al suo popolo. Quello che stiamo affrontando è un atto di aggressione senza precedenti da parte della leadership russa contro un Paese sovrano e indipendente. L’obiettivo della Russia non è solo il Donbass, l’obiettivo non è solo l’Ucraina, l’obiettivo è la stabilità in Europa e l’intero ordine internazionale basato su regole. Per questo, riterremo responsabile la Russia”, ha dichiarato von der Leyen.
La presidente della Commissione europea ha poi affermato che si procederà con l’emettere un pacchetto di sanzioni massicce rivolto ai settori strategici dell’economia russa, in modo tale da bloccare il loro accesso alle tecnologie ed ai mercati, minandone la dimensione economica. Non solo, ma si procederà col congelare i beni nell’unione europea e col bloccare l’accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei. Lo scopo è quello di minare gli interessi del Cremlino e minarne le capacità finanziarie.
Alla medesima visione della von der Leyen sono allineati tanti Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone, Australia ed altri.
“E sappiamo che milioni di Russi non vogliono la guerra. Il presidente Putin sta cercando di riportare l’orologio al tempo dell’Impero Russo ma, così facendo, sta mettendo a rischio il futuro del popolo russo. Invito la Russia a fermare immediatamente la violenza e a ritirare le sue truppe dal territorio ucraino. Il presidente Putin non deve sottovalutare la determinazione e la forza delle nostre democrazie.”