venerdì, Novembre 22, 2024
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Conflitto Russia-Ucraina: aumento radiazioni attorno alla zona di esclusione di Chernobyl

Al momento, è da considerarsi ancora una questione locale, ma il rischio che si estenda oltre i confini ucraini non è affatto da escludere.

Si tratta della centrale nucleare di Chernobyl che, da ieri, è teatro degli scontri tra le forze russe e quelle ucraine. La centrale è ora sotto il controllo russo, come riferisce l’agenzia ucraina Unian, e si teme per l’aumento dei livelli di radiazioni nell’area circostante e non solo. Già l’anno scorso i responsabili della sicurezza dell’impianto riferivano di un leggero aumento della radioattività, ma poi la situazione sembrava essersi nuovamente stabilizzata.

Ad oggi quel che resta del reattore numero 4, esploso nel 1986, è protetto dal cosiddetto “sarcofago”, una copertura di cemento e ferro, alta 92 metri e costata oltre 2 miliardi di euro, completata 5 anni fa. Il sarcofago protegge da oltre 740mila metri cubi di scorie nucleari e suolo radioattivo. I soldati stanno combattendo attorno ad una “bomba” da 200mila tonnellate di residui che si sono fusi durante l’incidente e ora sono ridotti a una sorta di lava solidificata, coperti da altre 16 tonnellate di uranio e plutonio.

La struttura protettiva, riferiscono gli esperti militari, non dovrebbe essere minacciata dagli scontri tra i soldati ma, nel caso di un colpo di artiglieria pesante, si teme che la protezione possa saltare.

Livelli di radiazione in aumento

La zona di esclusione, lì dove ora si trovano stanziate le forze russe, è un’area di circa 30 chilometri di raggio attorno al reattore, dove l’accesso è vietato dal giorno dell’esplosione del reattore numero 4, il 26 aprile 1986. Questa è considerata una delle zone più radioattive del pianeta ed ora, come mostra anche la mappa, i livelli di radiazioni gamma sono in aumento in un numero significativo di punti.

“Una delle aree da cui sono partite le truppe russe è proprio quella al confine tra Bielorussia e Ucraina. A pochi km dal confine c’è la centrale e a 150 km c’è Kiev. Una situazione incandescente. Pericolosissimo che ci sia la centrale nucleare lì, perché qualsiasi tipo di situazione militare potrebbe mettere in atmosfera ulteriori quantità di radionuclidi. Fu fatto un sarcofago a copertura del quarto reattore, ultimamente fatto il famoso ‘arco’ che ha ricoperto ulteriormente, ma c’è ancora il nucleo attivo e una situazione di contaminazione molto alta. Quello è un obiettivo molto sensibile, fino ad oggi in qualche modo tutelato dallo Stato Ucraino, e che continua a rappresentare una bomba a orologeria. Farne un teatro di guerra è molto pericoloso, non si può scherzare con il nucleare. Siamo molto preoccupati – sottolinea Gentili – la pericolosità è inaudita. Vorrei sperare che non ci sia un accanimento in quell’area. Tra l’altro lì, superato il confine c’è la cosiddetta ‘zona morta’ che sta intorno alla centrale, lì non ci sono persone che ci abitano e c’è una cintura di sicurezza protetta dalle autorità, ma in presenza di una guerra il rischio è che tutta una serie di parametri sanitari saltino. Questa situazione va tenuta presente anche dal punto di vista internazionale. [Una situazione] che si aggiunge in maniera drammatica a una situazione già grave. Lì, in area contaminata, ancora oggi vivono molte persone soggette a una serie di patologie. Tra Bielorussia, Ucraina e Russia, parliamo di 5 milioni di persone che abitano le zone contaminate. Questa situazione si sovrappone a una situazione già complicata che comprende, oltre alla contaminazione, una forte sofferenza dovuta al Covid e una povertà molto alta”. Queste le preoccupazioni dichiarate all’AdnKronos da Angelo Gentili, responsabile del progetto Chernobyl di Legambiente.

Maria Rita Balletta
Maria Rita Balletta
Studentessa di Giornalismo ed Editoria presso l'Università di Roma Tre. Appassionata di Cultura, Ambiente e Sport.
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