Il primo marzo 2022 si celebra il centenario della nascita di Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano che ebbe poca fortuna editoriale in vita, che ha scritto troppo poco rispetto a quanto avrebbe voluto (e noi avremmo sperato) ma che oggi, più che mai, rappresenta il riferimento per leggere la nostra storia e la Resistenza attraverso uno sguardo puro e disincantato.
Lascia l’università a metà percorso a causa della guerra, imbraccia il fucile, viene arrestato dai fascisti e partecipa alla Liberazione da partigiano e poi arriva la “cosiddetta pace” come da lui definita, esprimendo a suo modo tutto il dolore con cui doveva affrontare la quotidianità dopo aver visto uccidere e aver ucciso.
Diventa impiegato ma scrive, sempre, non appena possibile per capirsi, per comprendere le persone, gli avvenimenti del passato che non sono stati dimenticati e il presente.
Fenoglio sente la scrittura come un’urgenza e la definisce una “fatica nera” da cui escono racconti lucidissimi e romanzi pubblicati solo dopo la sua morte, nati come forma di analisi interiore e analisi della memoria recente, di fatti che riguardano una Nazione intera e una vita vissuta tra vigliaccheria ed eroismo.
Beppe Fenoglio si muove tra questi sentimenti e la violenza, la fragilità, l’emotività vissuta durante la guerra, per diventare scrittore e si immette in un mondo editoriale già costellato di personalità che scrivono della Resistenza durante gli anni Cinquanta ma la sua penna non è intrisa di esaltazione e banalità ed è diverso rispetto ai tanti.
Se ne accorgerà Italo Calvino che aveva inaugurato il genere con “Il sentiero dei nidi di ragno” e che a differenza dei critici che avevano stroncato i suoi lavori, alcuni anni più tardi, esattamente nel 1964, nel ruolo di direttore editoriale di Einaudi, decide di pubblicare “Una questione privata”, romanzo che sigla definitivamente la scrittura sulla Resistenza.
Fenoglio muore troppo presto, a soli 41 anni (nel 1963) e questo non gli permette di concludere molti lavori (si dice che alcuni di questi debbano ancora essere scoperti) e non ha possibilità di andare oltre quel periodo storico e quelle tematiche ma ci ha lasciato comunque un tesoro narrativo fatto di vendette, fucilati, diseredati, inseguimenti, paesaggi incantevoli, dialoghi crudi, amore, guerra, vita e soprattutto una storia personale che si intreccia con quella collettiva.