Nairobi, Kenya, Assemblea dell’ambiente delle Nazioni Unite per l’ambiente(UNEA-5), 2 Marzo 2022.
Approvato all’unanimità un documento che impegna gli Stati membri a elaborare entro il 2024 uno “strumento internazionale giuridicamente vincolante” per “porre fine all’inquinamento da plastica“.
Un traguardo storico. La creazione di un comitato intergovernativo per negoziare e finalizzare entro il 2024 un trattato giuridicamente vincolante in tutto il mondo contro l’inquinamento da plastica. La risoluzione, approvata dalle delegazioni dei governi degli Stati membri dell’Onu, si basa su tre proposte presentate rispettivamente da Perù e Ruanda (che è quella che ha ricevuto il maggior sostegno, da parte di una sessantina di Paesi), Giappone e India.
«È un giorno che finirà ne i libri di storia», ha dichiarato il presidente dell’Unea, nonché ministro norvegese per il clima e l’ambiente, Espen Barth Eide. «Ora abbiamo un accordo su uno strumento giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica. Non siamo contro la plastica, siamo contro l’inquinamento da plastica».
Una risoluzione storica:
- Sono 175 i Paesi che hanno votato favorevolmente all’iniziativa.
- L’obiettivo è la redazione, entro il 2024, di un documento giuridicamente vincolante per i firmatari, che regoli a livello globale le politiche relative a produzione, consumo e smaltimento di prodotti di plastica.
- Dal 2022 al 2024 delle commissioni ad hoc avranno il compito di redigere l’atto valutando esperti e scienziati in merito alle esigenze globali.
- Il trattato dovrà quindi contenere misure concrete nella gestione di tutto il ciclo vitale della plastica, dalla produzione fino alle politiche di riduzione.
- In questi due anni le parti interessate, con l’ausilio dell’Unep, saranno comunque impegnate per mettere in pratica alcune delle operazioni necessarie per ridurre la produzione di plastica.
Che cos’è l’UNEA:
L’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente è l’organo decisionale più importante al mondo sull’ambiente e si riunisce ogni due anni. L’Assemblea riunisce rappresentanti dei 193 Stati membri dell’ONU, delle imprese, della società civile e di altri portatori di interessi per concordare politiche volte ad affrontare le sfide ambientali più urgenti a livello mondiale. Quella che si è svolta in questi giorni è la quinta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente. Il tema generale che verrà affrontato è: «Rafforzare le azioni a favore della natura per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile». Il gruppo di esperti per regolamentarne l’uso Il focus è proprio il ruolo della natura nella nostra vita e lo scopo finale è trovare un accordo per intervenire in modo decisivo e tutelare la natura nei suoi aspetti sociale, economico e ambientale.
L’obiettivo è ambizioso e giustifica il grande entusiasmo con cui è stata salutata la risoluzione concordata ieri dall’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unea). L’Unea, riunita a Nairobi, ha infatti approvato all’unanimità un documento che impegna gli Stati membri a elaborare entro il 2024 uno “strumento internazionale giuridicamente vincolante” per “porre fine all’inquinamento da plastica“.
Una risoluzione storica
- Sono 175 i Paesi che hanno votato favorevolmente all’iniziativa.
- L’obiettivo è la redazione, entro il 2024, di un documento giuridicamente vincolante per i firmatari, che regoli a livello globale le politiche relative a produzione, consumo e smaltimento di prodotti di plastica.
- Dal 2022 al 2024 delle commissioni ad hoc avranno il compito di redigere l’atto valutando esperti e scienziati in merito alle esigenze globali.
- Il trattato dovrà quindi contenere misure concrete nella gestione di tutto il ciclo vitale della plastica, dalla produzione fino alle politiche di riduzione.
- In questi due anni le parti interessate, con l’ausilio dell’Unep, saranno comunque impegnate per mettere in pratica alcune delle operazioni necessarie per ridurre la produzione di plastica.
Che cos’è l’UNEA:
L’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente è l’organo decisionale più importante al mondo sull’ambiente e si riunisce ogni due anni. L’Assemblea riunisce rappresentanti dei 193 Stati membri dell’ONU, delle imprese, della società civile e di altri portatori di interessi per concordare politiche volte ad affrontare le sfide ambientali più urgenti a livello mondiale. Quella che si è svolta in questi giorni è la quinta sessione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente. Il tema generale che verrà affrontato è: «Rafforzare le azioni a favore della natura per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile». Il gruppo di esperti per regolamentarne l’uso Il focus è proprio il ruolo della natura nella nostra vita e lo scopo finale è trovare un accordo per intervenire in modo decisivo e tutelare la natura nei suoi aspetti sociale, economico e ambientale.
Ripensare l’intero ciclo del materiale
La risoluzione sottolinea che il problema dell’inquinamento da plastica va affrontato guardando all’intero ciclo del materiale, dalla sua produzione al suo smaltimento. Il testo indica chiaramente che esistono le soluzioni tecnologiche e “l’importanza di promuovere la progettazione sostenibile di prodotti e materiali in modo che possano essere riutilizzati, rifabbricati o riciclati e quindi mantenuti nell’economia il più a lungo possibile insieme alle risorse di cui sono fatti, oltre a ridurre al minimo la generazione di rifiuti, il che può contribuire significativamente alla produzione e al consumo sostenibile della plastica”.
Come si arriverà allo “strumento giuridico”
Ora si apriranno trattative complesse, perché non tutti i Paesi che si sono impegnati a raggiungere un accordo partono da uguali economie, risorse scientifiche e livelli tecnologici. Tuttavia ci sono buoni segnali. Ciò è la conferma che l’entità del problema è chiara non soltanto ai Paesi dove si sono già avviate politiche di riduzione della plastica. La scorsa settimana l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) ha pubblicato un report in cui avverte che la produzione di plastica nel mondo è raddoppiata dal 2000 al 2019, così come i rifiuti da essa generati.
L’Ocse stima che ci siano 30 milioni di tonnellate di plastica nei mari e altri 109 milioni di tonnellate nei fiumi, il che significa che anche questa continuerà a essere scaricata negli oceani per decenni.
I negoziati per arrivare a un accordo giuridicamente vincolante non partono dal nulla. Fedra Francocci, ricercatrice del Cnr e docente di economia ambientale, è attivamente impegnata nel progetto Blue Med, che sostiene l’attuazione delle direttive e delle politiche europee anche contro l’inquinamento da plastica nel Mediterraneo.
Infatti, nel 2019 è stato siglato un accordo nel Mediterraneo che consiste nel condividere le migliori buone pratiche per la riduzione, la mitigazione e la gestione dell’inquinamento da plastica in ambiente marino. Sono stati coinvolti tutti i Paesi del Mediterraneo perché il problema delle plastiche è globale.