Il reporter americano e filmmaker Brent Renaud è stato ucciso a Irpin, vicino a Kiev, nel primo pomeriggio di domenica. Un altro giornalista, suo collega, è rimasto ferito.
Secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, Renaud e il collega stavano filmando i profughi in fuga da Irpin quando sono stati colpiti da colpi di arma da fuoco ad un checkpoint. Renaud è stato colpito al collo ed è morto all’istante mentre il collega è stato trasferito in ospedale.
Le prime notizie della morte di Renaud (51 anni) sono state diffuse sui social dal capo della Polizia locale, Andrei Nebitov, insieme ai documenti del cronista.
“Certo, la professione di giornalista è un rischio, ma il cittadino statunitense Brent Renaud ha pagato la vita per aver cercato di evidenziare la crudeltà e la spietatezza dell’aggressore” scrive ancora Nebitov riportando che oltre a Brent, altri due corrispondenti sono rimasti feriti.
In un primo momento si è quindi diffusa la notizia che Renaud fosse un reporter del «New York Times» perché indossava il badge della testata. È stato poi lo stesso quotidiano americano a smentire che il cronista avesse un incarico da parte del giornale per i servizi in Ucraina, sebbene avesse collaborato con il Times in passato (nel 2015).
«Siamo profondamente addolorati di sentire della morte di Brent Renaud – ha scritto il Nyt in una nota – Era un filmaker di talento che aveva collaborato con noi nel corso degli anni passati»