Qual è il confine tra teatro e vita vera, tra finzione e realtà? La domanda al centro dello spettacolo “Walzer”, della compagnia “Cuori di maschera”, portato in scena al teatro “E. De Filippo” dello Scugnizzo Liberato.
LA RECENSIONE
Cosa succede quando un gruppo di giovani, poliedrici e pieni di vita, cominciano a fare teatro nel cuore di Napoli, si impegnano nel sociale e arrivano a chiamare “casa” un’istituzione quale è lo Scugnizzo Liberato?
La risposta a questa domanda ve la può dare solo chi ha assistito a uno degli spettacoli portati in scena dalla compagnia “Cuori di Maschera” nata in seno all’associazione APS KALAMOS e ha avuto la possibilità di vedere tutti festeggiare, al suono di: “Siamo una famiglia”!
Ed è proprio questo ciò che succede, la nascita di una famiglia e di “un fatto bello” perché non si può trascurare che questo gruppo di giovani ce la mette tutta, con passione ma soprattutto che ha voglia di dire qualcosa e lo fa con semplicità e forza.
L’associazione APS KALAMOS nasce informalmente nel 2017 e sin da subito si occupa di teatro portando avanti il progetto “Cuori di Maschera” all’interno dello spazio teatrale “Eduardo De Filippo” situato nell’attuale Scugnizzo Liberato di Napoli. La compagnia si è sempre occupata di teatro sociale nel quartiere, finché si è formalmente iscritta nel 2019 al registro delle associazioni. Ha partecipato nel 2019 a numerose collaborazioni con altre realtà teatrali anche al di fuori della Campania, come la compagnia “Ottavo Gruppo” diretta dal regista e autore Giorgio Timpano con cui ha portato in scena “Transmater – l’Archetipo” al teatro “Nino Manfredi” di Ostia.
Questi ragazzi si guardano dentro, scavano nella struttura stessa del “teatro” e arrivano alle fondamenta, senza paura di mostrare ciò che loro non sono ma che potrebbero essere, senza timore di portare sul palco il bello e il brutto di quest’arte antichissima e folle che loro, con ogni probabilità, vorrebbero “sposare” come mestiere di vita.
“Walzer”, previsto per domenica 20 marzo 2022, è uno degli spettacoli della prima mini-rassegna teatrale dell’anno dal titolo “Enjambement – Teatro senza virgole”.
Perché questo titolo? La compagnia spiega che:
“L’enjambement è una figura retorica che consiste nella rottura della coesione metrico-sintattica di un verso il cui senso però non si conclude ma si prolunga nel verso successivo. Ecco perché abbiamo riunito queste tre opere in questa rassegna sotto il nome di Enjambement, tre drammaturgie apparentemente scollegate quasi come dei versi singoli messi lì, ma legate da un fil rouge quasi invisibile ma profondamente vivo in noi: cosa accade nell’animo umano quando ci si trova di fronte alla Morte? Cosa accade nel Teatro quando la persona si confonde al personaggio in un connubio di Morte e rinascita? Cosa accade quando si oltrepassa il confine?”
E di “Walzer, in particolare, dicono:
“Se il mondo è un palcoscenico, siamo tutti pessimi attori. Ma cosa significa essere lì, su quel legno a raccontare l’ultima delle storie, e sentirsi partecipi di una vita irreale? É una domanda senza tempo, una prospettiva inquietante che si interroga sull’attrazione, sul bisogno, sulla rappresentazione di sé.
Il teatro è un dialogo. ma con chi? con l’altro, con un pubblico o con sé stessi? E dove conduce? come in un giro di walzer, senza mai guardarsi, si torna sempre da dove si è partiti. O forse no. Un due tre… un due tre…”
Con una scenografia essenziale e in continuo movimento, silenzi che in realtà “parlano” grazie a un’attenta gestualità, emerge tutto il turbamento dell’esistenza che si voleva sottolineare con questo spettacolo, come arriva forte e chiaro il messaggio che si è sempre ciò che si prova.
Qual è, dunque, il confine fra teatro e vita vera, tra finzione e realtà? Nessuno! Tra essi non c’è soluzione di continuità. L’opera mostra proprio alcune delle cose che possono venir fuori quando i due mondi di mescolano, soprattutto cosa può fare il teatro alla realtà e quando il personaggio diventa tutt’uno con la persona.
Questo gruppo ha tanta esperienza ancora da fare ma speriamo che continuino a farla anche allo Scugnizzo Liberato!