venerdì, Novembre 22, 2024
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L’ultima trollata (?) di Elon Musk: la scalata all’acquisto di Twitter

Love me tender, love me true
All my dreams fulfill
For, my darling I love you
And I always will
Always will

Amami teneramente, cantava Elvis Presley nel 1956, facendo breccia nel cuore di una generazione di innamorati. Un’eterna ode all’amore, quella del defunto cantante statunitense, che ha trovato eco anche nel cuore di un impreditore di origini sudafricane qualche decennio dopo.

Elon Musk: genio, milardiario, playboy, filantropo. Il biglietto da visita di Tony Stark, l’Iron Man dei fumetti Marvel, descrive quasi perfettamente anche Elon Musk, non fosse per un dettaglio che fornirebbe qualche indizio aggiuntivo sulla gran parte della natura dei tweet del patron di Tesla: inguaribile troll. Troll, sì, perché con questo tweet del 16 aprile Musk intendeva stuzzicare le fantasie dei suoi quasi 83 milioni di follower, in gran parte devoti alle sue genialate, talvolta bizzarrie, facendo riferimento ad una tender offer, un’offerta ostile, lanciata da egli stesso nel tentativo di acquisire il social network creato da Jack Dorsey.

Non è la prima volta che Musk si diverte nel trollare la comunità di Twitter. Nel 2018 la SEC, Securities and Exchange Commission, un ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori, lo accusò di frode per aver twittato di avere abbastanza fondi da rendere Tesla privata, pagandola 420 dollari ad azione. Lo scherzo costò a Musk una multa da 20 milioni di dollari, e dovette allontanarsi dal consiglio di amministrazione di Tesla per tre anni. 420, o 4:20, è uno slang associato al consumo della marijuana e dell’hashish, che evidentemente l’ente statunitense non deve aver gradito troppo.

Stavolta, la vittima dell’umorismo di Musk è il consiglio di amministrazione di Twitter. I membri del CdA del social network avevano proposto un accordo all’imprenditore sudafricano dopo la notizia dell’acquisizione da parte sua del 9% delle azioni di Twitter. L’accordo prevedeva che Musk potesse sedere nel consiglio di amministrazione, impegnandosi però a non acquistare più del 15% delle azioni. Dopo aver inizialmente accettato, l’animo lunatico e difficilmente governabile da entità terze di Musk deve aver avuto la meglio, perché poche manciate di ore dopo ha cominciato a twittare, quasi compulsivamente, riguardo tutti i possibili cambiamenti che dovrebbero essere apportati al social network, lanciando sondaggi che sono diventati estremamente popolari sulla piattaforma, e proponendo nuove funzionalità da implementare, tra le quali l’editing dei tweet.

Nei giorni successivi al rifiuto, Musk ha lanciato una hostile takeover, una scalata ostile, all’acquisizione di Twitter. Musk ha presentato un’offerta da 54.20 dollari ad azione agli azionisti, valutando dunque il social network circa 46.5 miliardi di dollari. Non è chiaro in che modo l’imprenditore intenda pagare una simile cifra, ed è controintuitivo se si pensa che secondo diverse stime, tra le quali quella di Bloomberg, Musk risulta essere l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato in 260 miliardi di dollari. Ciononostante gran parte della sua fortuna deriva dal possesso delle azioni della sua azienda, ed alcuni analisti hanno ipotizzato che una quota dei 46.5 miliardi necessari all’acquisto di Twitter debba derivare dalla vendita di azioni della sua compagnia automobilistica, il che potrebbe probabilmente determinare un crollo delle azioni di Tesla.

Elon Musk, oltre ad essere proprietario e co-fondatore di Tesla, è amministratore delegato della compagnia aerospaziale SpaceX, di Neuralink, fondatore di The Boring Company e co-fondatore di PayPal. In una lunga intervista con Chris Anderson, imprenditore britannico a capo di TED, il programma di conferenze che ha enorme successo a livello internazionale, Musk ha parlato delle sfide che attendono l’umanità nel futuro, spaziando agevolmente sui temi più disparati. Dalla colonizzazione di Marte, alle sfide che ci attendono nel fronteggiare il cambiamento climatico, all’ambizioso obiettivo di Neuralink di installare dei chip nel cervello di persone soggette a paralisi cerebrali e spinali, ad una digressione sulle tre leggi della robotica di Asimov e su quanto dovremmo effettivamente discutere di regolamentare il mercato dell’intelligenza artificiale.

Il prossimo cruccio di Elon Musk sembra essere la libertà di espressione. L’imprenditore si definisce un assolutista della libertà di espressione, e durante una conversazione tenuta ad una conferenza TED a Vancouver il 14 aprile, ancora con Chris Anderson, ha affermato di voler acquistare Twitter non per un introito personale, ma per renderla un’agorà in cui sia possibile esprimersi liberamente senza essere vincolati dall’algoritmo di Twitter. Musk vuole rendere l’algoritmo di Twitter open source, cioè modificabile da chiunque voglia, addirittura rendendolo disponibile su GitHub.

Le discussioni sulla libertà di espressione sui social network si sono intensificate dal 6 gennaio dello scorso anno, dopo l’assalto al Congresso degli Stati Uniti e la decisione da parte dei consigli di amministrazione delle piattaforme più popolari – Facebook, Instagram, Twitter, YouTube – di sospendere l’account dell’allora presidente Donald Trump, colpevole di aver istigato quello che fu definito “un tentativo di colpo di stato”. È estremamente complesso stabilire un limite alla libertà di espressione in rete, soprattutto per via del fatto che i social network non sono propriamente regolamentati, e l’esclusione di alcuni utenti, tra i quali Trump, ha generato non poche polemiche nel dibattito pubblico. Non è chiaro come Musk intenda risolvere il problema, o se intenda tener fede al suo assolutismo riguardo il tema. Nei prossimi giorni se ne saprà di più, trollate permettendo.

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