Emmanuel Macron è stato rieletto Presidente della Repubblica francese. Le percentuali non sono ancora confermate, ma in base ai risultati parziali è già possibile prevedere la vittoria del candidato di La République en marche.
Secondo le proiezioni dell’istituto di sondaggistica francese Ipsos il presidente francese avrebbe ottenuto il 58.2% dei voti, contro il 41.8% di Le Pen, i dati tuttavia dovranno essere confermati dagli scrutini.
Il dato dell’affluenza si è assestato al 71.8%, il più basso dal 1969, e leggermente inferiore al 73.7% del primo turno.
Macron ha sconfitto per la seconda volta la leader del Rassemblement national Marine Le Pen. La prima volta fu nel 2017 quando l’attuale presidente vinse con il 66.1% dei voti. L’endorsement del candidato di estrema destra Eric Zemmour non è bastato a Le Pen, e la bassa affluenza nei comuni nei quali il 10 aprile ha vinto il candidato della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon potrebbero essere stati decisivi per la sua sconfitta. Mélenchon aveva dato chiara indicazione ai suoi elettori di “non votare Le Pen” per nessun motivo, e secondo i primi dati di affluenza disponibili pare lo abbiano, almeno in parte, ascoltato.
Emmanuel Macron è il primo candidato dopo Jacques Chirac nel 2002 ad essere rieletto alla presidenza francese, e solo il terzo nella storia della Quinta Repubblica dopo François Mitterrand e, per l’appunto, Chirac. La sua rielezione ha dunque un valore di grande portata storica, che va a rompere la tradizione che voleva il popolo francese particolarmente severo nei confronti del presidente in carica.
Macron ha affrontato cinque anni di presidenza molto turbolenti. Il giovane presidente francese, classe ’77, ha dovuto gestire già nel 2018 la nota rivolta dei gilet gialli, determinata dall’aumento dell’IVA sui carburanti da lui deciso, affrontando poi la pandemia di coronavirus che ancora oggi affligge il mondo. Come se non bastasse durante la campagna elettorale per le presidenziali è scoppiato il conflitto ucraino, ed Emmanuel Macron è stato uno dei più attivi interlocutori di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, anche per via del fatto che la Francia detiene attualmente la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Tutto ciò ha comportato un ritardo nell’annuncio della ricandidatura di Macron, che secondo alcuni ha determinato quello che per alcuni analisti è parso un netto recupero di Marine Le Pen, soprattutto prima del primo round di queste presidenziali. Ad inizio aprile, secondo la media del The Economist, i due candidati risultavano quasi appaiati nei sondaggi.
Il tasso di approvazione dell’operato di Macron era intorno al 43%, secondo l’ultima rilevazione di POLITICO del 31 marzo, comunque più alto rispetto agli ultimi due presidenti Nicolas Sarkozy e François Hollande. Resta comunque da sottolineare quanto movimenti politici definiti “estremisti” abbiano raccolto parecchi consensi in Francia negli ultimi anni, e soprattutto durante questa elezione, con la forte ascesa dei partiti di estrema destra guidati da Eric Zemmour e dalla stessa Marine Le Pen. Questo momento di forte polarizzazione ha determinato il crollo dei partiti “storici” francesi, quello socialista e quello gollista.
Secondo l’istituto di sondaggistica BVA, riportato da Bidimedia, la motivazione che ha spinto la maggior parte degli elettori al proprio voto è stata il cosiddetto “voto contro”, ovvero il voto veicolato dalla volontà di fare in modo da non far eleggere il candidato rivale.