Il 2 giungo del 1946 si svolse il Referendum nel quale 12,7 milioni di italiani e italiane scelsero la Repubblica come forma istituzionale dello Stato, mettendo fine al dominio di Casa Savoia.
I cittadini furono convocati alle urne per scegliere tra Repubblica e Monarchia e per eleggere i deputati dell’Assemblea Costituente.
Furono le prime votazioni nazionali a suffragio universale a cui parteciparono per la prima volta in Italia anche le donne, anche se le donne votarono per la prima volta il 10 marzo alle elezioni amministrative (https://www.labussolanews.it/2022/03/06/10-marzo-1946-la-prima-volta-in-cui-le-donne-votarono-in-italia/).
Al Referendum parteciparono 24.946.878 italiani (esclusi quindi gli abitanti dell’Alto Adige e di Trieste). Tra questi 12.718.641 (il 54,27%) scelse la Repubblica, contro i 10.718.502 che scelsero la Monarchia. Contestualmente furono votati i rappresentati della Costituente, cioè i Parlamentari che avrebbero dovuto scrivere la Costituzione. L’ufficialità la diede il 10 giugno, nella Sala della Lupa a Montecitorio, il presidente della Corte di Cassazione, Giuseppe Pagano, il risultato del referendum venne reso pubblico il 18 giugno 1946.
Nei mesi successivi l’Assemblea lavorò alla Costituzione che approvata il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente ed entrò in vigore il primo gennaio 1948.
Nel 1949 la data del 2 giugno entrò nel calendario ufficiale della nazione, anche se la prima celebrazione della ricorrenza c’era stata già nel 1947. La legge 260 del 27 maggio 1949, che stabiliva il calendario delle festività civili e religiose, indicava all’art. 1 il 2 giugno e poi, in un lungo elenco che includeva il 4 novembre quale giorno dell’Unità nazionale, anche il 25 aprile. Una data, quella della Liberazione, che per decenni è stata vissuta e celebrata come la vera festa degli italiani.
Il 2 giugno fu giorno festivo fino al 1977, quando a causa della grave crisi economica la data della Festa della Repubblica fu spostata alla prima domenica del mese. Solo nel 2001, per iniziativa dell’allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno è tornato festivo.