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Earth Overshoot Day 2022: oggi è il giorno in cui la Terra esaurisce le sue risorse annuali

Il 28 luglio 2022 è l’Earth Overshoot Day: l’umanità ha esaurito tutte le risorse che la Terra produce in un anno, con ben 156 giorni di anticipo.

Ondate di caldo anomalo, destinate a diventare la norma, siccità, scioglimento dei ghiacciai in fase avanzata, disuguaglianze economiche sempre più marcate, insicurezza alimentare, sfruttamento incontrollato, deforestazione, emissioni di CO2 fuori controllo, e così all’infinito. I nostri ecosistemi sono in codice rosso, le condizioni del nostro pianeta sono più che critiche, il deficit ecologico dell’umanità è disastroso. Oggi è l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui la domanda globale di risorse biologiche dell’umanità ha superato ciò che la Terra può rigenerare in un anno. Da oggi, con ben 156 giorni di anticipo, siamo ufficialmente in rosso. Per ciò che consumeremo da oggi saremo letteralmente ‘in credito’ rispetto al futuro. E questo va avanti dal 1970. L’Italia aveva avuto il suo Overshoot Day 2022 lo scorso 15 maggio.

Earth Overshoot Day

I dati sono analizzati dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che fornisce dati e strumenti affinché l’economia possa operare all’interno di confini biologicamente ed ecologicamente sostenibili. Il concetto di Earth Overshoot Day è stato ideato da Andrew Simms di New Economics Foundation, un think tank britannico. Nel 2006 si è unito in una partnership con Global Footprint Network per il lancio della prima campagna relativa all’Earth Overshoot Day.

Nel 2022 l’Earth Overshoot Day cade a 156 giorni dalla fine dell’anno, un record negativo eguagliato soltanto nel 2018, quando le risorse della Terra erano finite proprio il 28 luglio. Qualche barlume di speranza si era acceso nel 2020 quando, con lo scoppio della pandemia e la limitazione di alcune attività antropiche particolarmente dannose per i nostri ecosistemi, l’Earth Overshoot Day era stato il 22 agosto. Ma col 2022 siamo ritornati a commettere gli stessi errori. Infatti, secondo le ultime stime degli esperti, l’umanità vive come se avesse a disposizione 1,75 Terre. Ci rendiamo conto, quindi, della meta alla quale ci condurrà la strada che abbiamo scelto se non siamo disposti a tornare indietro.

Foto da Pexels di Markus Spiske.

Come funziona il calcolo per l’Earth Overshoot Day

Gli esperti del Global Footprint Network elaborano modelli prendendo in considerazione la biocapacità delle nazioni e della Terra (biocapacity), e l’impronta ecologica (ecological footprint) dell’umanità. In poche parole, si tratta di un calcolo tra domanda e offerta, laddove per domanda si intende l’impronta ecologica dell’umanità, le risorse che l’umanità richiede, e per offerta si intende la biocapacità delle nazioni e dell’intero pianeta, ovvero ciò che i nostri ecosistemi rigenerano e producono. L’Earth Overshoot Day è calcolato dividendo la biocapacità della Terra per l’impronta ecologica dell’umanità, e moltiplicando il tutto per 365, ovvero i giorni in un anno.

Uno sguardo ai dati**

Secondo gli esperti circa il 72% della popolazione vive in Paesi cha hanno già superato l’overshoot day nazionale, quindi già in debito ecologico per quest’anno. Ora, se visualizziamo i dati 2018 forniti dal Network, la situazione appare disastrosamente chiara. La biocapacità della Terra è di 1,6 gha/a persona (ettari globali). Ma l’impronta biologica pro capite è di 2,8 gha/persona, il che porta la Terra in deficit ecologico di 1,2 gha. Discorso molto più negativo per il caso specifico dell’Italia, per la quale la bilancia è molto in negativo. Partendo da una biocapacità di 0,8 gha, bisogna sottrarre l’impronta ecologica pari a 4,3 gha, il che porta il nostro Paese ad un deficit di 3,5 gha.

Secondo i dati del Global Footprint Network, il calcolo del bilanciamento delle risorse è in rosso dal 1970, anno in cui si è raggiunto lo 0, ovvero domanda e offerta si sono annullate. In altre parole, siamo in deficit di biocapacità da più di cinquant’anni. Seguendo i calcoli degli esperti, per recuperare un tale debito ecologico, necessiteremmo di 19 anni senza consumi per rigenerare il pianeta. Impossibile, ovviamente. Ma un’alternativa ci sarebbe, sebbene sia una strada difficile da percorrere.

The Power of Possibility: le alternative ci sono ma noi siamo pronti?

Attraverso la piattaforma The Power of Possibility e l’hashtag #movethedate, il Global Footprint Network sta cercando di promuovere una serie di azioni che permetterebbero il rallentamento dell’overshoot, posticipandolo di diversi giorni. Sono quasi cento le iniziative proposte dal Network, divise in macro-categorie che riguardano la popolazione, il pianeta Terra, l’energia, le città, il cibo e altro ancora.

Per esempio, secondo gli esperti “se dimezzassimo lo spreco alimentare nel mondo, sposteremmo in avanti l’Overshoot Day di 13 giorni” (“If we cut food waste in half worldwide, we would move Overshoot Day 13 days”). Se agissimo sul miglioramento della gestione delle risorse idriche riusciremmo a recuperare ben 21 giorni. La salvaguardia delle foreste tropicali ci aiuterebbe a spostare la data di sette giorni. Potenziare la mobilità sostenibile attraverso il miglioramento delle infrastrutture per incentivare l’uso delle biciclette aiuterebbe l’umanità a recuperare 9 giorni. Poi l’uso di auto elettriche, il car-sharing, l’uso delle luci a LED, le ‘foreste’ urbane, tantissime attività che permetterebbero all’uomo di salvaguardare il pianeta Terra e la vita.

Le alternative al disastro, quindi, ci sono. E sono tante. Ma sembrano tutte difficili da realizzare perché richiedono la cooperazione di tutti gli attori. Già alla fine dello scorso anno e all’inizio del 2022 si è cercato di rendere la popolazione globale consapevole del fatto che la Terra si trova in codice rosso irreversibile. La COP26, però, non ha avuto le conseguenze sperate. Una delle causa è stata anche l’assenza dei leader di alcuni dei Paesi più inquinanti che, infatti, non sono aperti alla collaborazione. Almeno per ora. All’inizio di quest’anno, il Bulletin of Atomic Scientists ha affermato che l’uomo non è mai stato così vicino all’autoannientamento.

Tutto questo è un disperato grido di allarme. Cos’altro stiamo aspettando?

* Food waste. Water and waterwaste. Restore and protect tropical forests. Bicycle infrastructure. Queste sono solo alcune delle 94 ‘possibilità’ indicate dal Global Footprint Network.

**Infografica per l’Earth Overshoot Day qui.

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