Le ultime estati hanno portato con sé un caldo killer. Purtroppo, complice soprattutto lo sfruttamento umano, i cavalli ne sono le principali vittime.
Come ogni anno, non tardano ad arrivare le prime tristi notizie di cavalli adibiti al traino delle carrozze, i quali, a causa del caldo e delle disumane pratiche di sfruttamento del turismo umano, sono collassati. Questi poveri animali sono le principali vittime del caldo killer, ulteriormente intensificatosi negli ultimi anni.
Contro questa patica orribile, fortunatamente, in Italia sono sempre più numerose le ordinanze volte a contrastare le pratiche umane che violano i diritti animali.
Tra le città che hanno vietato la circolazione delle carrozze nelle ore più calde ci sono: Pisa, Roma, Sorrento, Palermo, Messina. I comuni che hanno invece optato per un’abolizione totale di questa triste pratica sono Verona e la Reggia di Caserta.
Per troppo tempo i cavalli sono stati sfruttati – e, ancora oggi, continuano ad esserlo – per l’intrattenimento umano, senza che si tenesse conto delle condizioni metereologiche né, tantomeno, della fisiologia del cavallo.
“Il cavallo, come tutti gli animali omeotermi, mantiene costante la propria temperatura corporea tramite meccanismi che gli consentono di bilanciare sia il calore prodotto sia quello disperso con la temperatura esterna”. È ciò che afferma la dottoressa Dora Li Destri Nicosia, medico veterinario con un master in riabilitazione equestre.
Tra i fattori che influiscono sulla capacità di una corretta termo-dispersione vi sono:
- La costituzione dell’animale (in generale, gli esemplari pesanti resistono meno al caldo)
- L’allenamento
- Durata e intensità dello sforzo richiesto
- Corretto equilibrio elettrolitico
- La ventilazione ambientale
- Il riparo dall’irradiazione solare diretta
Il calore percepito aumenta se il cavallo lavora sull’asfalto, materiale che esaspera lo stress del cavallo. Anche il rumore influisce negativamente sul benessere dell’animale.
(Fonte LifeGate)
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