Per aderire e restare nel regime forfettario i contribuenti devono attenersi ad alcuni specifici requisiti, primo tra tutti quello che pone un tetto massimo al fatturato annuale percepito.
Con la Legge di Stabilità del 2016 è stato introdotto uno speciale regime fiscale che agevola l’apertura delle nuove attività. Si tratta del cosiddetto regime forfettario, i cui titolari beneficiano di una flat tax con aliquota fissa del 15%. L’imposta, che viene applicata sul totale dei ricavi, può scendere al 5% per le start-up. Il vantaggio, in questo caso, si applica per cinque anni dall’inizio dell’attività.
Come viene ben spiegato nella guida di Danea dedicata al regime forfettario, per approfittare dei vantaggi propri del regime IVA agevolato è necessario dimostrare di essere in possesso di determinati requisiti, verificati poi con cadenza annuale. Prima di tutto, è importante sapere che il regime a forfait è riservato alle persone che esercitano attività di impresa, attività professionali o con finalità artistiche.
In aggiunta, possono accedervi i contribuenti che percepiscono ricavi e compensi anui limitati a non più di 65mila euro. Il tetto massimo deve essere tuttavia proporzionato in base al numero di giorni effettivamente lavorati. Per esempio, nel caso in cui i giorni in cui si è svolta l’attività a cui viene fatto riferimento siano 153, il limite dei ricavi e dei compensi dovrà essere calcolato seguendo la formula: (65.000/365) *153=27.346 euro.
Un ulteriore requisito per rientrare e rimanere nel regime agevolato riguarda i redditi percepiti dal lavoro dipendente. Qui la soglia di stabilita è pari a 30mila euro lordi all’anno. Ciò significa che, per non “sforare”, la RAL indicata sul contratto di lavoro non deve in alcun modo superare la cifra appena indicata. Se si continua a mantenere un rapporto di lavoro subordinato mentre si usufruisce del regime premiante, non sarà tuttavia possibile avere come cliente principale un ex datore di lavoro presso il quale si sia prestato servizio da meno di 24 mesi.
Un discorso a parte deve essere fatto per i titolari di partita IVA che usufruiscono del regime forfettario e che necessitano del supporto di collaboratori per svolgere la propria attività. La regola vuole che per ciascuno di questi professionisti non vengano versati più di 20mila euro annui. Costituisce infine una giusta causa di esclusione dalla fiscalità agevolata l’essere parte di una società di persone o di una società di capitali riconducibile alla propria attività.