Giorgia Meloni replica dopo il suo scivolone sull’obesità: “Con questo problema ho combattuto una vita e ne conosco perfettamente le difficoltà e i rischi”.
Giorgia Meloni ha recentemente pubblicato una foto che la ritrae insieme alla madre. Perché? Per reagire alla polemica innescata proprio dalla leader di Fratelli d’Italia che, in un tweet, nel pieno di un’infuocata campagna elettorale, aveva evidenziato la necessità di investire in sport e politiche giovanili per combattere quelle che aveva etichettato come devianze giovanili. Tra queste, la Meloni aveva indicato il consumo di sostanze stupefacenti, il tabagismo, l’alcolismo, il bullismo, la ludopatia. E poi anoressia e obesità.
Ecco, è proprio in seguito all’associazione di questi gravi disturbi dell’alimentazione alla devianza che si sono scatenati i dibattiti. Tutti i comportamenti definiti ‘devianti’ possono aver origine in situazioni e contesti socio-economico-culturali problematici. È chiaro, tuttavia, che le cause di obesità e anoressia possono essere radicate in dinamiche psicologiche particolarmente disfunzionali, disagi e sofferenze, e quindi si differenziano dalle ‘devianze’ elencate dalla leader di FdI. Specialmente se per ‘devianza’ intendiamo un comportamento che si allontana dalla norma e dalle regole, ovvero la non conformità agli standard normativi che viene spesso disapprovata e punita dalla società con condanna, emarginazione e sanzioni di vario genere, così come leggiamo sfogliando il Treccani*. Insomma, è evidente che non è proprio possibile fare di tutta l’erba un fascio.
La risposta di Giorgia Meloni
“Questa è Anna, la mia mamma, la persona alla quale devo tutto. Soffre di obesità da quando, più giovane, ebbe una depressione perché era rimasta senza lavoro a crescere sola due figlie.” Inizia così il post Instagram pubblicato dalla leader di FdI per cercare di risolvere la querrelle generata dal suo intervento sulle devianze giovanili. La Meloni, dunque, lascia spazio alla sua storia personale e familiare, allo scopo di chiarire la sua posizione sulla questione, mettendo in luce il suo rapporto con l’obesità. “A monte c’è un problema di metabolismo molto lento, che ha portato anche me a essere obesa da ragazza, come ho avuto modo di raccontare in passato. Come l’ho combattuto io? Con lo sport.”
La Meloni sottolinea la sua consapevolezza del problema, che affligge oggi il 2,3% dei giovani tra 18 e 24 anni, e il 15,3% degli adulti tra i 65 e i 74 anni**, e dei gravi effetti che questo comporta. Confessa, infatti, di averne sofferto in gioventù e di essere riuscita a superare le difficoltà attraverso lo sport. Secondo lei, quindi, sarebbe da escludere qualsiasi atteggiamento di colpevolizzazione e di condanna nei confronti di chi soffre di disturbi alimentari come, appunto, l’obesità. “Ecco, da giorni mi sento dire che considero deviati gli obesi. Qualcuno pensa davvero, in coscienza, che io possa considerare deviata mia madre, una delle persone che amo di più al mondo, o me stessa, che con questo problema ho combattuto una vita e ne conosco perfettamente le difficoltà e i rischi?”
Problemi di comunicazione
Eppure, il problema resta. Anche se, alla fine del suo post, Giorgia Meloni specifica che ciò che voleva portare all’attenzione è, in realtà, la reazione di fronte ai disturbi del comportamento alimentare. Questi “vanno favoriti o prevenuti? Affrontati o ignorati? E come?”, chiede su Instagram la leader di Fratelli d’Italia, lanciando una sorta di guanto di sfida agli esponenti degli altri partiti politici: “I miei avversari rispondano su questo, invece di continuare a mistificare le mie parole e i miei intenti per gettarmi odio addosso, perché non hanno argomenti. Vediamo se ne sono capaci.”
Tutto considerato, infatti, il problema a monte della questione potrebbe ancora una volta risiedere in una comunicazione fallace. Sembra, infatti, che ci sia una certa tendenza a farsi scudo con la scusa del fraintendimento delle parole, quando in effetti è la stessa comunicazione ad essere quasi ‘deviata’. Se si trattano le ‘devianze giovanili’ associando a questa parola-chiave termini come ludopatia, tabagismo, bullismo, anoressia e obesità, non è del tutto irrazionale pensare che il locutore consideri deviate le persone che soffrono di tutti questi disturbi. Se, poi, questo dovesse essere stato, appunto, un semplice accostamento infelice di parole, si sarebbe persa un’altra occasione di scusarsi per una comunicazione non chiara e, a volte, fuorviante. Proprio come è successo pochi giorni fa con la pubblicazione del video di uno stupro.
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* Per una trattazione più approfondita della devianza, da diversi punti di vista (storico, sociologico, psicologico) si può far riferimento all’enciclopedia Treccani.
** Dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità.
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