venerdì, Novembre 22, 2024
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Come si vota alle elezioni politiche del 25 settembre

Domenica 25 settembre i cittadini italiani dovranno recarsi ai seggi elettorali per esprimere il proprio voto per le prossime elezioni politiche.

Potranno votare tutte le persone italiane aventi diritto di voto e che hanno più di 18 anni. La novità, rispetto alle ultime elezioni, è che tutti i cittadini con più di 18 anni possono votare per entrambe le Camere, mentre fino alle scorse elezioni politiche del 2018 per poter esprimere il proprio voto per il Senato era necessario aver compiuto i 25 anni.

I seggi rimarranno aperti dalle 7 alle 23 del giorno del voto, e immediatamente dopo il termine delle votazioni comincerà lo scrutinio delle schede, al termine del quale conosceremo l’esito delle elezioni e la coalizione o il partito vincente (ma più probabilmente già qualche ora dopo l’inizio degli scrutini, grazie ai dati parziali diffusi dal ministero dell’Interno). L’indirizzo del seggio e il numero della sezione in cui ci si dovrà recare per votare sono riportati sulla propria tessera elettorale.

Per poter votare è necessario esibire, oltre alla propria tessera elettorale, un documento di riconoscimento emesso dalla pubblica amministrazione: carta d’identità, patente o passaporto. Per ulteriori informazioni, il ministero dell’Interno ha pubblicato delle FAQ, consultabili al seguente link.

Da tenere ben presente che non si può entrare nella cabina elettorale con cellulare o smartphone, che vanno consegnati prima agli scrutatori. Non si possono fare foto alla scheda e non si può entrare nella cabina accompagnati dai figli minorenni.

Dopo aver mostrato la tessera elettorale e un documento di riconoscimento ci verranno consegnate due schede, una per la Camera e una per il Senato, oltre che una matita copiativa. Ricordiamo che le matite copiative – la cui traccia è indelebile – fornite al seggio sono l’unico mezzo accettato per poter esprimere la propria preferenza, dunque non vanno assolutamente utilizzate penne o matite portate da casa.

Andiamo ora a vedere nel dettaglio cosa c’è nelle schede e come va espressa la propria preferenza.

Le schede elettorali

Come scritto sopra, al seggio ci verrano consegnate due schede di colore diverso: una rosa per la Camera dei Deputati e una gialla per il Senato della Repubblica.

Nel fac-simile sottostante (che fa riferimento alla scheda elettorale per la Camera che verrà fornita agli elettori della circoscrizione Campania 1, collegio uninominale U04) sono ben visibili diversi rettangoli con i simboli dei partiti. Alcuni partiti sono raggruppati per coalizione (ricordiamo che la coalizione di centrosinistra è composta da Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa e Impegno Civico, mentre la coalizione di centrodestra è composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati), affiancati da un elenco di nomi (al massimo 4), a loro volta sormontati da un ulteriore nome scritto in grande dentro un altro rettangolo. Potrebbe apparire complicato, tuttavia esprimere il proprio voto è estremamente semplice.

Fac-simile della scheda elettorale per la Camera che verrà fornita agli elettori della circoscrizione Campania 1, collegio uninominale U04.

Il nome del candidato scritto in grande nel rettangolo sopra i simboli dei partiti è quello del candidato espresso dal partito o dalla coalizione per il collegio uninominale, mentre la lista di candidati che figura alla destra dei simboli dei partiti fa riferimento al collegio plurinominale.

Perché sia chiaro questo passaggio, è necessario un breve ripasso di come funziona la legge elettorale con cui voteremo il 25 settembre, il discusso Rosatellum. Per chi volesse leggerne più approfonditamente, ne abbiamo scritto qui.

Il Rosatellum, che era già in vigore per le elezioni politiche del 2018 e che non è stato modificato nonostante il taglio del numero dei parlamentari, è un sistema elettorale misto: il 37% dei seggi viene assegnato in collegi elettorali uninominali (collegi in cui viene eletto un solo candidato), il 61% in collegi elettorali plurinominali (collegi in cui vengono eletti più candidati), e il restante 2% in circoscrizioni estere. I collegi elettorali sono le porzioni di territorio in cui viene suddivisa l’Italia per eleggere i rappresentanti in Parlamento, a ognuna delle quali è associato un certo numero di seggi. Nei collegi elettorali uninominali viene eletto un solo candidato col metodo maggioritario: vince, dunque, chi ottiene anche un solo voto in più degli altri. Nei collegi elettorali plurinominali, invece, vengono eletti più candidati col metodo proporzionale: i seggi vengono distributi tra i partiti in proporzione ai voti che hanno ottenuto.

I seggi assegnati nei collegi uninominali sono 147 per la Camera e 74 per il Senato, un numero coincidente con quello dei collegi, mentre quelli assegnati nei collegi plurinominali sono 245 alla Camera e 122 per il Senato. I seggi restanti vengono assegnati nelle circoscrizioni estere: 8 alla Camera e 4 al senato.

La regione Campania è suddivisa, per l’elezione della Camera dei Deputati, in due circoscrizioni: la circoscrizione Campania 1, che comprende il territorio della provincia di Napoli, e la circoscrizione Campania 2, che comprende il territorio delle province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta. Alla circoscrizione Campania 1 sono assegnati 20 seggi, 7 dei quali attribuiti in collegi uninominali e 13 in collegi plurinominali, mentre alla circoscrizione Campania 2 sono assegnati 18 seggi, 7 dei quali attribuiti in collegi uninominali e 11 in collegi plurinominali. 

Ogni comune o frazione in Italia è incluso in quattro diversi collegi: quelli uninominali di Camera e Senato, e quelli plurinominali di Camera e Senato.

Fac-simile dellla scheda elettorale per il Senato che verrà fornita agli elettori della regione Campania, collegio uninominale U05.

Andiamo ora a vedere come va espressa la propria preferenza.

Come si vota

Si può esprimere la propria preferenza in più modi, tenendo però presente delle regole basilari.

Per votare, innanzitutto, basta semplicemente tracciare una X su ognuna delle due schede (che, ricordiamo, è possibile lasciare in bianco – non esprimendo, dunque, la propria preferenza – o annullare). La X si può tracciare sia sul simbolo del partito che si vuole votare (il cui voto contribuisce per la parte proporzionale o plurinominale) che sul corrispondente candidato per la parte uninominale, ovvero il candidato il cui nome è nel grande rettangolo soprastante ai simboli dei partiti (che nel caso di una coalizione può provenire anche da un partito diverso da quello che si è scelto di votare). Non è possibile il voto disgiunto, ovvero votare per un candidato dell’uninominale e allo stesso tempo per un partito che non lo sostiene, pena l’annullamento del voto.

Dunque, vediamo i vari casi analizzando un fac-simile della scheda elettorale per la Camera, e ricordando che gli stessi esempi valgono anche per il Senato.

Primo caso: preferenza al solo candidato per il collegio uninominale.

Se si sceglie di tracciare una X solo sul nome del candidato all’uninominale di una coalizione con più partiti, come nel caso sotto riportato, il voto verrà attribuito a una delle liste della coalizione per quanto riguarda la parte plurinominale (o proporzionale: quella facente riferimento alla lista di quattro candidati). La distribuzione dei voti espressi in questo modo avviene proporzionalmente ai voti che ciascun partito ha preso in tutto il collegio uninominale (ossia quelli espressi dagli elettori che invece hanno messo una X sul simbolo del partito). Se, per esempio, Fratelli d’Italia dovesse prendere il 26% dei voti della coalizione della destra in quel collegio, il 26% dei voti espressi con una X sul solo candidato all’uninominale andrà a Fratelli d’Italia.

Votando in questo modo, il voto va a Monica Maisto per la parte uninominale, e per la parte proporzionale il voto andrà ad uno dei partiti della coalizione a suo supporto (coalizione di centrodestra: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati)

Secondo caso: preferenza per il candidato del collegio uninominale e per uno dei partiti della coalizione.

Tracciando una X sia sul candidato del collegio uninominale che sul simbolo di uno dei partiti facenti parte della coalizione (o del singolo partito, se non fa parte di una coalizione – nel quale però sarebbe ridondante, seppur valido), si esprime una preferenza sia per la parte maggioritaria, e dunque uninominale, che per quella proporzionale, e dunque plurinominale.

Votando in questo modo, il voto va a Vincenzo Spadafora per la parte uninominale, e per +Europa (e i candidati proposti da +Europa) per la parte proporzionale.

Terzo caso: preferenza sulla lista di candidati del collegio plurinominale.

Anche nel caso in cui si scelga di tracciare una X sulla lista di candidati del collegio plurinominale, e dunque della parte proporzionale, il voto è da considerarsi valido. In questo caso, il voto espresso per la parte proporzionale implica il voto per quella uninominale. Nel caso sottostante, ad esempio, si è scelto di tracciare una X sulla lista di candidati espressi da Unione Popolare, il proprio voto per la parte uninominale va automaticamente a Gennaro Mallozzi, il candidato di Unione Popolare per la Camera dei Deputati nella circoscrizione Campania, collegio uninominale U04.

Votando in questo modo, il voto va a Gennaro Mallozzi, il candidato di Unione Popolare, per la parte uninominale, e alla lista di candidati espressi da Unione Popolare per la parte proporzionale.

In questo ulteriore caso, invece, che fa comunque riferimento al terzo esempio, si è scelto di tracciare una X sulla lista di candidati espressi da uno dei partiti facenti parte di una delle due coalizioni (nel caso specifico, sulla lista di candidati espressi da Noi Moderati, partito facente parte della coalizione di centrodestra). Anche in questo caso, la preferenza espressa per Noi Moderati implica una preferenza per la candidata della coalizione di centrodestra per la parte uninominale: Monica Maisto.

Votando in questo modo, il voto va a Monica Maisto per la parte uninominale, e alla lista di candidati proposta da Noi Moderati per la parte proporzionale.

Anche tracciando una X sul solo simbolo del partito, il voto per la parte uninominale viene automaticamente assegnato al candidato espresso dal partito o dalla coalizione per il collegio uninominale.

Ricordiamo, ancora, che è possibile lasciare la scheda in bianco o annullarla, tracciando dunque un segno non ammissibile dalle regole sopra riportate (tracciando scritte, disegni, ma tenendo presente di non scadere nel cattivo gusto). Chi ha votato scheda bianca o nulla, comunque, ha a tutti gli effetti votato e viene considerato nel calcolo dell’affluenza al voto, a differenza di chi non si reca fisicamente alle urne.

 

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