Terremoto l’Aquila 2009: L’indignazione dei familiari dopo la sentenza – Dopo 13 anni dal sisma che provocò 309 vittime, gli abitanti dell’Aquila si trovano a dover rivivere lo stesso dolore. Ieri, 12 Ottobre 2022, il Tribunale dell’Aquila ha emesso una sentenza “inaccettabile”, destando scalpore e sdegno da parte di tutta la comunità aquilana e non solo.
“Fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile, e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. Concorso che tenuto conto dell’affidamento che i soggetti poi defunti potevano riporre nella capacità dell’edificio di resistere al sisma per essere lo stesso in cemento armato e rimasto in piedi nel corso dello sciame sismico da mesi in atto, può stimarsi nella misura del 30 per cento”, questo è ciò che viene riportato a pagina 16 della sentenza firmata dal giudice Monica Croci del Tribunale civile monocratico dell’Aquila.
Una decisione che ha imputato alle vittime non solo la colpa di imprudenza, ma anche quella di essere morti.
Le reazioni:
Le reazioni accese dei familiari, non si sono fatte attendere.
“E’ una sentenza che ci ha meravigliato, mi viene solo da dire vomitevole. Come si può oggi dire che i ragazzi dovessero stare fuori, quando tutti ricordano certe rassicurazioni?”. A parlare è Maria Grazia Piccinini, madre di Ilaria Rambaldi, una dei ragazzi travolti ed uccisi dalle macerie.
Secondo l’avvocato Wania Della Vigna, che da anni segue i processi per i crolli della Casa dello Studente, per il sisma di Amatrice, e dell’Hotel Rigopiano: “Trovo le motivazioni illogiche e contraddittorie. In nessuna sentenza è mai stato evocato il concorso di colpa”.
Attonito anche Vincenzo Vittorini dell’associazione “309 martiri dell’Aquila”: “Si dice che le sentenze non si devono commentare e invece io penso che questa vada commentata: è assurdo imputare una concausa alle vittime rimaste in casa, quando una sentenza passata in giudicato, ha acclarato che ci fu una rassicurazione della popolazione, con la condanna inflitta al vicecapo della protezione civile di all’ora, Bernardo De Bernardinis”, continua Vittorini: “E’ scandaloso. Le vicende giudiziarie su quanto accaduto, dopo il terremoto, non hanno portato né verità e né giustizia”.
Di certo, una scelta giudiziaria destabilizzante, quella del magistrato Monica Croci.
Oltre al danno pure la beffa verrebbe da scrivere.
È triste ed incredulo, se si pensa, che le vittime del sisma, si siano recate all’Aquila proprio per costruire le fondamenta del loro futuro, ed invece, esattamente in quel luogo, abbiano trovato la morte sotto le macerie.
di Annamaria Martinisi
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