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Al via la XIX Legislatura: oggi le prime sedute e l’elezione dei presidenti delle due camere

Oggi, giovedì 13 ottobre, i parlamentari si riuniranno per la prima volta alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica nelle prime sedute della nuova legislatura, la diciannovesima.

La prima seduta della Camera dei Deputati si terrà alle ore 10:00, e sarà aperta e presieduta dal vicepresidente più anziano della scorsa legislatura: Ettore Rosato, eletto in questa legislatura alla Camera con il Terzo Polo, la federazione di partiti composta da Azione e Italia Viva. Rosato è anche il relatore della discussa legge elettorale nota con il nome di Rosatellum, quella in vigore per l’elezione dell’attuale Parlamento.

La prima seduta del Senato della Repubblica si terrà, invece, alle ore 10:30, e sarà aperta e presieduta da Liliana Segre, in quanto senatrice più anziana presente in aula (avrebbe dovuto essere l’ex Presidente della Repubblica e senatore a vita Giorgio Napolitano, ma sarà assente per ragioni di salute). Liliana Segre ha 92 anni ed è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 19 gennaio 2018 “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”. Segre è una superstite dell’Olocausto ed è testimone attiva della Shoah italiana.

La senatrice a vita Liliana Segre, che oggi presiederà la prima seduta del Senato

Il primo compito dei parlamentari sarà eleggere i nuovi presidenti della Camera e del Senato. Ci si aspetta che l’elezione del presidente del Senato avvenga in giornata, dal momento che, in base all’attuale regolamento, già dal primo e secondo scrutinio basterà la maggioranza degli eletti perché si raggiunga la soglia di voti necessari, il quorum. I senatori sono 206 (200 eletti e 6 senatori a vita) e dunque perché si giunga all’elezione del presidente del Senato in giornata è necessaria una maggioranza di 104 voti (i senatori della coalizione di centrodestra, che ha vinto le elezioni del 25 settembre, sono 115 senatori sui 206 totali, dunque ci si aspetta che già alla prima votazione si raggiunga il quorum).

Secondo quanto riportato da Repubblica i leader della coalizione di centrodestra (Giorgia Meloni, probabile prossima Presidente del Consiglio, di Fratelli d’Italia, Matteo Salvini della Lega e Silvio Berlusconi di Forza Italia) avrebbero raggiunto un accordo riguardo la presidenza del Senato, che probabilmente andrà a Ignazio La Russa, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, nonché ex vicepresidente del Senato nella scorsa legislatura, in parlamento dal 1992. La Russa ha 75 anni ed è già stato ministro della Difesa. La sua elezione a Presidente del Senato ha già suscitato qualche polemica e l’eventuale passaggio di consegne con la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto, sarà probabilmente un momento particolarmente significativo dell’inizio di questa legislatura: La Russa era iscritto, infatti, al Movimento Sociale Italiano, un partito politico italiano della Prima Repubblica di ispirazione neofascista.

Il senatore Ignazio La Russa, ex vicepresidente del Senato e cofondatore di Fratelli d’Italia

Nel caso in cui i primi due scrutini non dovessero bastare per raggiungere un quorum, domani si terranno il terzo e il quarto scrutinio. Al terzo scrutinio basterà la maggioranza dei voti presenti per l’elezione del nuovo presidente del Senato, mentre al quarto scrutinio si procederà con il ballottaggio fra i due candidati più votati: in caso di parità, vincerà il senatore più anziano. È comunque improbabile che la coalizione di centrodestra, ampia vincitrice delle elezioni politiche, si mostri spaccata già dall’inizio della nuova legislatura.

Per quanto riguarda l’elezione del nuovo presidente della Camera, invece, nelle prime tre votazioni è necessaria la cosiddetta maggioranza rafforzata, ovvero la maggioranza dei due terzi dei componenti. Nella prima votazione è necessaria la maggioranza rafforzata dei membri della Camera, 267 voti su 400, mentre alla seconda e alla terza basterà raggiungere la maggioranza dei due terzi tra i votanti. La coalizione di centrodestra alla Camera è piuttosto ampia (237 deputati su 400) ma comunque non abbastanza perché si raggiunga il quorum già nelle prime tre votazioni, quelle che si terranno oggi. Nella quarta votazione, che si terrà domani, basterà la maggioranza assoluta dei voti espressi.

È molto probabile, dunque, che l’elezione del presidente della Camera avvenga al quarto scrutinio, se non oltre, e il favorito pare essere, secondo quanto rivelato da alcuni commentatori, Riccardo Molinari della Lega. Molinari ha 39 anni, è stato eletto deputato con la Lega in questa legislatura, e diventerebbe il secondo più giovane presidente della Camera di sempre dopo Irene Pivetti, anche lei della Lega, che quando fu eletta nel 1994 aveva solo 31 anni.

Il deputato della Lega Riccardo Molinari

 

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