Potrebbero chiudersi presto le indagini delle autorità italiane sulla morte di Mario Paciolla, il cooperante Onu napoletano trovato morto a 33 anni nella sua casa in Colombia, a San Vicente del Caguan, ormai oltre due anni fa, il 15 luglio del 2020: la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio, a carico di ignoti, aperta subito dopo la morte del giovane. La morte di Paciolla, da subito, venne bollata dalle autorità colombiane come suicidio: il 33enne venne trovato impiccato nella sua casa, in circostanze però che non hanno mai convinto pienamente possa essersi trattato di un gesto volontario. Il 33enne napoletano si trovava in Colombia per partecipare, come collaboratore delle Nazioni Unite, a un progetto di pacificazione tra il governo locale e gli ex ribelli delle Farc.
Proprio in occasione del secondo anniversario della morte di Mario Paciolla, i genitori hanno annunciato di aver depositato una denuncia formale nei confronti di due funzionari dell’Onu e quattro agenti della polizia colombiana. “Noi abbiamo la sensazione di poter trovare nel nuovo governo colombiano maggiore collaborazione è un governo progressista che può aiutarci in questo percorso di verità” ha spiegato la madre di Mario, la signora Anna, in occasione della commemorazione per i due anni dalla morte. “A noi resta l’esempio di umiltà e di lealtà di Mario, era un ragazzo con la schiena diritta che non si sarebbe mai piegato a compromessi, questa certezza senza alcun dubbio ce l’abbiamo” ha detto ancora la donna.
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