Aversa – La Squadra Mobile della Polizia di Stato di Caserta ed il Commissariato della Polizia di Stato di Aversa, col supporto del Commissariato di Giugliano in Campania, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso da questa Procura della Repubblica, nei confronti di un trentatreenne di Giugliano in Campania, pregiudicato, ritenuto gravemente indiziato del delitto di rapina pluriaggravata in concorso.
Durante le fasi esecutive della misura precautelare, la polizia giudiziaria ha eseguito perquisizioni personali e locali ed ha, altresì, sottoposto a fermo di polizia giudiziaria un diciannovenne di Giugliano poiché ritenuto responsabile dei medesimi fatti.
I due fermati sono Giuseppe P., classe 1989, e Ferdinando R., classe 2003.
L’evento per cui si è proceduto risale al 20 luglio 2022, quando un gruppo composto da quattro persone armate con due pistole e totalmente travisate con tute, guanti e salopette da lavoro, realizzava una rapina in danno di una nota gioielleria di Aversa, utilizzando la cosiddetta “tecnica del buco”. In sostanza, i presunti autori del fatto entravano nel locale, mentre al suo interno vi erano il titolare e due clienti, sbucando all’improvviso da un foro realizzato nel pavimento, che veniva fatto saltare.
Dopo aver legato la vittima e i clienti con delle fascette in plastica “da elettricista” e averli rinchiusi in bagno, i rapinatori razziavano tutti i gioielli presenti nella cassaforte e nelle vetrine, compreso un rolex prelevato dal braccio di uno degli avventori, per poi dileguarsi attraverso lo stesso “buco” dal quale erano entrati. Il danno veniva quantificato in circa 300.000 euro. Le immediate attività d’indagine, dirette dalla Procura di Napoli Nord, permettevano di accertare che i rapinatori avevano realizzato uno “scavo” che, collegato all’impianto fognario della zona, gli aveva permesso di raggiungere il pavimento della gioielleria e, quindi, farlo saltare al momento dell’ingresso. Veniva accertato altresì che, oltre ai quattro componenti principali del commando, vi era anche un quinto soggetto che aveva prestato il proprio contributo restando all’esterno dell’esercizio, fungendo da “palo”.
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