“Te lo giuro sui miei figli, ti uccido”, il padre di un piccolo paziente attacca infermiera del Santobono per disaccordo sulla somministrazione di un farmaco
Ippocrate minacciato ancora una volta, la vicenda non ha luogo nella splendida isola di Kos ma nei tristi corridoi dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. All’indomani dell’accaduto, sera del 14 novembre, divengono virali le immagini ed i video di una coppia di genitori intenti a minacciare un’infermiera. L’ ennesimo caso di aggressione è avvenuto intorno alle 21.30 circa, quando le porte dell’ospedale hanno aperto ad un ragazzo 12enne. Quest’ultimo, riportante dolore toracico e tachicardia. La quale però alla valutazione non era presente.
Secondo i testimoni, i genitori del paziente hanno iniziato dare in escandescenza a seguito delle prime analisi, quando al ragazzo è stato somministrato l’Ibuprofene per via orale. Gli accompagnatori, hanno così iniziato ad urlare e minacciare le infermiere perché sostenevano che il medicinale avrebbe potuto avere effetti negativi sul figlio. I due genitori sostenevano che la dottoressa avrebbe dovuto assicurarsi che il ragazzo non fosse asmatico, ma de facto non non ce n’era bisogno. La sventura è terminata con l’intervento delle forze dell’ordine mentre il 12enne, sconvolto, fosse ormai in preda al panico. Gli agenti di Polizia, con l’aiuto delle pattuglie dell’ufficio Prevenzione generale, hanno ristabilito l’ordine con conseguente identificazione dei coniugi. Sporti con le denunce di interruzione di un ufficio pubblico, un 41enne ed una 43enne pregiudicati.
L’intervento di F. Emilio Borrelli e la parole dell’infermiera testimone
Parla l’infermiera dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli: “Sono stata oggetto di minacce e violenza per più di 2 ore (mi è stata quasi lanciata una bombola di ossigeno ed un estintore) per aver somministrato, chiedendo al genitore presente, del Nurofen a un ragazzo di 12 anni con un dolore toracico, dolore valutato ben 2 volte secondo i protocolli in uso. Ma la madre non presente alla valutazione non era d’accordo sulla somministrazione del farmaco visto che il paziente era a suo dire asmatico (ma non ho avuto modo di farle capire che le due cose non sarebbero mai state correlate!). Sono stanca di svolgere il mio lavoro così, non ho più voglia di combattere la violenza e la mancanza di rispetto per noi operatori sanitari.
Non so se mai ci potrà essere soluzione… Ringrazierò sempre le mie colleghe che hanno fatto di tutto per tutelarmi e i poliziotti che hanno provato a sedare la rissa che definirei unilaterale.
Ci mettiamo il cuore … inutilmente.”
La risposta del Consigliere di Europa Verde, pubblicata anche sui social personali: ” “Assurdo. Abbiamo chiesto di identificare questi individui che dovranno essere denunciati “-ha commentato Borrelli “Ormai la situazione è fuori controllo e non si può più tollerare che certi soggetti portino terrore e violenza negli ospedali tra i presenti ed impedendo al personale medico di svolgere le proprie mansioni. Servono presidi militari nei pronto soccorso e pene severe per violenti. Ad oggi nessun soggetto che ha sfasciato o realizzato aggressioni in un ospedale ha subito una condanna e intanto è sempre meno il personale medico disposto a lavorare nei pronto soccorso per paura di essere sottoposto a violenza”.