L’ex parlamento europeo del gruppo Socialisti e Democratici Pier Antonio Panzeri ha ammesso il proprio coinvolgimento in un caso di corruzione su cui sta indagando la procura belga e che è stato denominato Qatargate. Panzeri ha firmato un accordo con la procura belga che prevede un suo impegno a fornire «dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, sincere e complete» in cambio di una pena ridotta.
🚨 Qatargate: Antonio Panzeri firma un accordo con il procuratore federale belga per diventare “pentito”.
Rivelazioni in cambio di sconto di pena. L’accordo prevede carcere, multa e confisca di almeno un milione di euro pic.twitter.com/r6GyXVnMYJ
— David Carretta (@davcarretta) January 17, 2023
L’ex europarlamentare è una delle quattro persone detenute nell’ambito dell’indagine per corruzione che ha coinvolto il Parlamento europeo. Le altre sono l’ex vicepresidente del Parlamento Eva Kaili, il suo compagno Francesco Giorgi e il segretario generale della ong No Peace Without Justice Niccolò Figà-Talamanca.
Secondo un comunicato stampa della procura belga, Panzeri informerà gli investigatori riguardo i dettagli chiave dell’indagine in corso, atta a stabilire se paesi stranieri, incluso il Qatar, abbiano influenzato illegalmente il lavoro del Parlamento. Panzeri consegnerà informazioni sugli accordi finanziari, i paesi coinvolti, chi ne ha beneficiato e chi è stato coinvolto. Uno degli avvocati di Panzeri, Laurent Kennes, ha affermato che Panzeri «riconosce di aver partecipato ad atti di corruzione».
Panzeri «riconosce anche di aver preso parte ad un’organizzazione criminale e, secondo i termini usati dall’ufficio del pubblico ministero, riconosce di essere il leader o uno dei leader di quella organizzazione criminale», ha detto Kennes, parlando pubblicamente alla TV belga martedì sera.
«Non è un’ammissione banale. Questi sono davvero fatti relativamente gravi», ha aggiunto.
Panzeri, inoltre, ha accettato di rivelare i nomi di coloro che ammette di aver corrotto, ha detto il procuratore.
Martedì pomeriggio, secondo quanto riferito dalla stampa belga, Panzeri ha ammesso di aver dato 120.000 euro a Marc Tarabella, un eurodeputato socialista belga, per il quale i pubblici ministeri federali hanno chiesto la revoca dell’immunità.
Kennes ha detto che l’ex eurodeputato italiano è attualmente «in depressione» e che vorrebbe «vedere la fine del tunnel».
In cambio della collaborazione, Panzeri riceverà uno sconto della pena carceraria, oltre ad una multa e alla confisca di beni stimati in circa un milione di euro. Kennes ha detto che la pena detentiva potrebbe andare da uno a 10 anni, ma che i negoziati riguardo questo punto sono ancora in corso.
Panzeri era stato arrestato con l’accusa di essere la figura di riferimento di un’ampia rete di corruzione da parte del Qatar (il piccolo e ricchissimo paese del Medio Oriente dove si sono svolti gli ultimi Mondiali di calcio), che coinvolgeva anche altri esponenti politici, italiani e non. La procura sospetta che Panzeri abbia sfruttato i contatti accumulati in quindici anni da parlamentare europeo per costruirsi una carriera da mediatore e lobbista, mettendo la sua esperienza al servizio di clienti esterni come il Qatar, attraverso il braccio operativo della ong Fight Impunity. Non è raro che una volta finito il mandato ex parlamentari europei trovino lavoro come lobbisti o consulenti: ma un conto è ottenere contratti regolari con aziende e associazioni di categoria per promuovere specifici interessi, un altro è prendere soldi in nero per conto di uno stato straniero.
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