Martedì diversi membri del governo dell’Ucraina hanno dato le proprie dimissioni in seguito ad alcune accuse di corruzione fatte dalla stampa locale.
Nei giorni precedenti alle dimissioni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva accennato alla possibilità di una riorganizzazione dei funzionari del suo governo, anche in ambito ministeriale. Domenica 22 gennaio, durante uno dei suoi appelli alla nazione, Zelensky aveva parlato dell’arresto del viceministro per le Infrastrutture Vasyl Lozinsky, che aveva dato inizio a questa operazione di anti-corruzione. Lozinsky era stato arrestato con l’accusa di aver ricevuto una tangente di oltre 400.000 dollari – circa 360.000 euro – a settembre per una fornitura di generatori.
The High Anti-Corruption Court of Ukraine said it had detained an unnamed suspect involved in the $400,000 bribe to now-dismissed Deputy Minister of Infrastructure and Communities Development Vasyl Lozynsky.https://t.co/OmlfKURFTO
— The Kyiv Independent (@KyivIndependent) January 24, 2023
Zelensky era stato eletto nel 2019 al termine di una campagna elettorale incentrata sulla lotta alla corruzione, che in Ucraina costituisce un problema endemico e mai del tutto eradicato. Nel suo messaggio di domenica il presidente ucraino ha detto di augurarsi che l’arresto di Lozinsky rappresenti «un segnale a tutti coloro le cui azioni o comportamenti violano il principio di giustizia», ed ha aggiunto che «non ci sarà alcun ritorno alle abitudini del passato».
Successivamente all’arresto del viceministro Lozinsky, sono arrivate le prime dimissioni da parte di Kyrylo Tymoshenko, il vicecapo della segreteria del presidente, che dallo scorso febbraio è stato spesso incaricato di fornire aggiornamenti alla stampa locale ed internazionale riguardo il conflitto. Tymoshenko sarebbe responsabile, secondo le accuse mosse nei suoi confronti, di aver utilizzato per fini personali un SUV donato dalla General Motors.
Dopo le dimissioni di Tymoshenko sono arrivate quelle del viceministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, che secondo quanto riportato da un quotidiano ucraino avrebbe speso cifre eccessive per acquistare forniture di cibo destinate all’esercito. Il ministro della Difesa Oleksii Reznikov ha dapprima definito le accuse «una totale assurdità» e il prodotto di «informazioni distorte» ma martedì il suo ministero ha riportato che il viceministro Shapovalov aveva «chiesto di essere licenziato». Shapovalov ha negato le accuse di corruzione, sostenendo che l’eccessivo pagamento fosse stato frutto di un errore ma ha giustificato la scelta di farsi da parte in virtù del «bene superiore» del ministero della Difesa.
Secondo Vitaliy Shabunin, il direttore delle operazioni dell’ACRER, Anti-Corruption Action Center, Centro Operativo di Anti-Corruzione, un’organizzazione non governativa con sede a Kiev, che è stato sentito dal New York Times, il ritardo con il quale Shapovalov si sarebbe fatto da parte farebbe sorgere seri dubbi riguardo l’impegno del ministero della Difesa nella lotta alla corruzione.
«Durante il conflitto è emerso un nuovo contratto sociale tra la società civile, i giornalisti e il governo: non vi criticheremo come abbiamo fatto prima della guerra, ma la vostra reazione ad un qualsiasi tipo di scandalo deve essere quanto più risoluta è possibile», ha detto Shabunin, che ha aggiunto che «la posizione del ministro della Difesa (Oleksii Reznikov, ndr) ha infranto questo accordo».
A distanza di poche ore dal licenziamento di Shapovalov è stata annunciata anche la sostituzione del viceprocuratore generale Oleksiy Symonenko oltre alle dimissioni volontarie dei governatori delle regioni di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, Kiev, Sumy e Kherson, dei viceministri per lo Sviluppo Ivan Lukeryu e Vyacheslav Negoda e del viceministro per le Politiche sociali Vitaliy Muzychenko.
President Volodymyr Zelensky on Jan. 24 launched the biggest government reshuffle since the beginning of Russia's full-scale invasion in February 2022.https://t.co/sKUPDU9FZ2
— The Kyiv Independent (@KyivIndependent) January 24, 2023
Il grosso scandalo di corruzione mina la credibilità politica, oltre che quella internazionale del paese, che da quasi un anno sta ricevendo grosse sovvenzioni e aiuti militari ed economici per respingere la brutale aggressione della Federazione Russa. Proprio ieri, mercoledì 25 gennaio, il governo tedesco e quello statunitense hanno annunciato l’invio di 45 carri armati: 14 da parte della Germania, di tipo Leopard 2, e 31 da parte degli Stati Uniti, di tipo M1 Abrams.
È da segnalare, tuttavia, che la celere risposta da parte delle istituzioni ucraine rappresenta una forte inversione di tendenza rispetto alle abitudini del passato. Il processo di adesione dell’Ucraina all’interno dell’Unione Europea è vincolato alla lotta alla corruzione interna al paese e, di conseguenza, la tolleranza verso le vecchie abitudini è ridotta al minimo. Il presidente Zelensky ha dato un deciso segnale al suo popolo: non permetterà che qualche funzionario corrotto possa minare lo sforzo collettivo attualmente in corso.
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