I devastanti terremoti al confine tra Turchia e Siria stanno avendo delle conseguenze catastrofiche. Il bilancio delle vittime è terrificante: tremila morti accertanti e un bilancio che continua a cresce di minuto in minuto.
Intere città rase al suolo nella Turchia sud occidentale e nella Seria settentrionale. Dopo la scossa di 7.9 della scorsa notte e una serie di violentissime repliche, ad ora di pranzo una seconda scossa di 7.5 Richter ha gettato distruzione su distruzione. Secondo i rilevamenti satellitari, l’Anatolia si è spostata verso nord di 3 metri.
Si sta attivando la macchina della solidarietà internazionale, ma purtroppo la situazione geopolitica non aiuta. Mentre per la Turchia si sta muovendo l’Unione Europea e la Nato, per la Siria la situazione è ben più complessa. Perché il paese è uno dei pochi alleati della Russia e il regime di Assad è stato colpito da diverse limitazioni internazionali. Ma a quanto pare, anche stati storicamente avversi come Israele, già si è attivato inviando aiuti e la stessa cosa starebbe facendo l’Onu.
Per il bene dell’umanità e di tutte le persone ancora sepolte vive e per coloro che da oggi non hanno più nulla sarebbe auspicabile una cooperazione internazionale che possa anche essere un nuovo inizio per la pace.
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