Somma Vesuviana – Per i Carabinieri e per la Procura di Nola ci sarebbero pochi dubbi, Diana Biondi si sarebbe suicidata. La ragazza aveva comunicato che martedì 28 febbraio ci sarebbe stata la sua seduta di laurea, ma dopo le verifiche del caso, il suo nome non c’era tra i laureandi.
Dopo ulteriori verifiche sarebbe emerso che alla 27enne mancasse ancora un esame da sostenere. Purtroppo nessuno si sarebbe accorto del peso di questa bugia che Diana si portava dentro, ne la famiglia, ne il fidanzato e ne gli amici. Quando è arrivata al limite della data comunicata della finta seduta di laurea, non avrebbe retto più al peso della bugia.
Gli inquirenti hanno ricostruito anche le ultime ore di vita. Lunedì la ragazza sarebbe uscita di casa, comunicando che doveva recarsi a Napoli per depositare una copia della tesi. Però una volta uscita di casa, sembra probabile l’ipotesi che non abbia mai raggiunto il capoluogo ma che sia rimasta nei dintorni. Presumibilmente saranno state ore di tormenti per la 27enne. L’ultimo messaggio su WhatsApp al padre è stato inviato alle 17.55 con scritto “Non posso parlare”. Dopo di che lo smartphone è stato spento.
Il luogo del suicidio è Santa Maria a Castello, nella parte alta di Somma Vesuviana. Un curvone con una ringhiera panoramica. Non è da escludere che la 27enne abbia atteso il tramonto per compiere l’estremo gesto. L’orario è compatibile con l’ultimo messaggio inviato al padre prima che lo smartphone risultasse spento.
Ieri nel tardo pomeriggio è stata trovata prima la borsa con i documenti della ragazza e poi in basso, nel vallone, il suo corpo, che i Vigili del Fuoco hanno recuperato dopo diverse ore di lavoro.
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