Il Tar di Trento sospende l’abbattimento dell’orsa Jj4 nonostante l’aggressione mortale nei confronti del runner Andrea Papi. Sarà un provvedimento temporaneo?
“All’arroganza del Presidente Fugatti nel rispondere alle nostre proposte per il salvataggio di Jj4, il TAR ha risposto con la sospensione del provvedimento. Una reazione legittima e di buon senso che permetterà di individuare una soluzione ragionata e proattiva alla difficile vicenda di Jj4” – così festeggiano per una prima vittoria gli esponenti della Lega Anti Visezione, associazione ambientalista e principale antagonista di chi è pronto ad abbattere l’orsa Jj4. La notizia della sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa ‘Jj4’ è giunta questo pomeriggio dalla sede del Tar di Trento. Tale risultato è stato ottenuto grazie ad una considerevole movimentazione e presa di posizioni da parte del pubblico, ma soprattutto attraverso il ricorso contro il provvedimento ottenuto dall’avvocato Lav Claudio Linzola.
Nei giorni scorsi la notizia ha diviso l’Italia, specificamente le realtà regionali trentine che stanno riscoprendo un ripopolamento della specie dell’orso solo da pochi anni. In quest’occasione, il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva precedentemente ordinato la cattura e l’abbattimento dell’orsa. La causa, avvenimento sporadico, è l’aggressione purtroppo mortale nei confronti del runner Andrea Papi tra i sentieri della Valle del Sole (Trentino, Dolomiti di Brenta).
Jj4 salva, ma temporaneamente
Attenzione, la vicenda non è ancora finita, difatti la sentenza non è stata definitiva. Attualmente è ancora possibile catturare l’orsa e potrà essere trattenuta in attesa delle decisioni dell’ISPRA. Quest’ultima si è espressa attraverso un comunicato, pronto a riprendere le necessità dell’abbattimento come ultimatum:
“Ad oggi, gli orsi considerati problematici in Trentino sono la femmina JJ4 e due maschi, MJ5 e M62. Il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE) – che contiene una tabella di riferimento con i comportamenti problematici degli orsi, ordinati secondo un indice di pericolosità e con le possibili azioni – chiarisce che “Per definire un orso “problematico” è importante conoscere la storia del soggetto e tener conto dei suoi eventuali precedenti comportamenti anomali.
Il grado di problematicità aumenta quando ci sia una ripetizione di comportamenti potenzialmente pericolosi da parte dello stesso individuo. La valutazione dei comportamenti va condotta caso per caso, tenendo conto non solo della chiave interpretativa circa il grado di problematicità fornita dalla tabella”.