Confermata la condanna a 10 anni di reclusione per l’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, dopo la richiesta della Procura generale della Cassazione all’udienza che si è svolta oggi davanti ai supremi giudici della sesta sezione penale chiamati a decidere in merito alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Cosentino si costituirà in carcere.
I giudici sono entrati in camera di consiglio e la sentenza è divenuta definitiva. Nella requisitoria, il sostituto procuratore generale della cassazione Silvia Salvadori ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dalla difesa dell’ex sottosegretario del governo Berlusconi contro la sentenza del 21 luglio 2021 con la quale aveva i giudici della quarta sezione della Corte d’Appello di Napoli avevano condannato Cosentino a 10 anni nell’ambito del processo Eco4, nel quale l’ex coordinatore campano di Fi era accusato di essere stato il referente politico nazionale del clan dei Casalesi, con il quale avrebbe siglato un patto per ottenerne l’appoggio elettorale in cambio di un contributo ai camorristi.
La gara cui fa riferimento il processo è quella indetta dal Ce4, consorzio di 20 Comuni del casertano che si occupava del ciclo dei rifiuti. Secondo i pm, è stato proprio Cosentino a permettere ai fratelli Orsi di associarsi al consorzio creando la società mista Eco4 che ottenne poi affidamenti diretti. Ma se in primo grado Cosentino è stato riconosciuto come il «referente nazionale del clan dei Casalesi» almeno fino al 2004, la Dda di Napoli ha presentato appello sostenendo che l’appoggio dell’ex sottosegretario ai Casalesi fosse andato avanti almeno fino al 2007-2008.
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