Mentre le Istituzioni cercano di organizzare e irregimentare la festa scudetto tra Napoli e la sua provincia, quello che sta accadendo fuori dai confini campani è molto più preoccupante.
I napoletani stanno ricevendo minacce e atti intimidatori a tutte le latitudini dello stivale. Dopo Varese, Torino e Salerno, ieri è stato il turno di Bergamo. Un volantino diffuso in città recita: in questa terra non possono essere tollerati festeggiamenti per la squadra partenopea… Ricordiamo a ristoratori, baristi e pizzaioli che per festeggiamenti e pagliacciate varie riceveranno adeguate risposte alle loro attività, anche a distanza di tempo.
Insomma, intimidazioni che non hanno nulla a che fare con il tifo, ma anzi sembrano molto più attinenti al mondo della criminalità con evidente contenuto di razzismo.
Non va meglio a sud, ieri a Foggia, un fenomeno che si definisce juventino e foggiano, si è fermato mentre era in auto con la figlia per strappare una bandierina del Napoli su un mezzo di una ditta. “Compà qua stiamo a Foggia, non stiamo a Napoli”. L’intimidazione è stata ripresa e pubblicata su Twitter a modi trofeo. Dopo aver staccato la bandierina del Napoli, il paladino foggiano è tornato in auto dove c’era anche la figlia che con tono di voce spaventato ha detto: l’hai spaccata… è pericoloso qua non siamo a Napoli… è vero papi? Una scena vergognosa, questo soggetto andrebbe identificato e sanzionato per il tuo atteggiamento intimidatorio con l’aggravante della presenza della minore.
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