Un 19enne è stato sottoposto a fermo per la sparatoria di Sant’Anastasia in seguito alla quale è rimasta ferita un’intera famiglia, tra cui una bambina di 10 anni: si è consegnato ai Carabinieri dopo che a seguito delle perquisizioni domiciliari effettuate nella notte, è risultato assente dalla sua abitazione.
Le armi utilizzate, un revolver ed un mitra, sono state dapprima ostentate con un atteggiamento aggressivo dal 19 enne, Emanuele Civita, e da un’altra persona in corso di identificazione, e poi utilizzate in un successivo passaggio a bordo dello scooter, sparando verso la piazza.
L’identificazione del giovane è stata possibile grazie alle immediate indagini dei militari dell’Arma, attraverso l’acquisizione dei filmati di diverse telecamere presenti nell’area e con l’assunzione di alcune informazioni testimoniali, attività svolte con il supporto del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e la partecipazione del pubblico ministero. Civita, con precedenti per detenzione di armi e droga, è residente a Somma Vesuviana, e secondo quanto si è appreso il padre, Fabio, nel 2014 fu raggiunto da un provvedimento cautelare in quanto ritenuto affiliato al clan camorristico D’Avino, operante proprio sul territorio di Somma Vesuviana.
I due ragazzi erano stati allontanati, per aver litigato con altri giovani, dai gestori del bar che si trova di fronte a quello dove la famiglia era andata a prendere un gelato. Un affronto che doveva essere vendicato, evidentemente. Per questo sono tornati a bordo di uno scooter, armati di un revolver e di un mitra, che prima hanno ostentato e poi usato. I colpi della ‘stesa’ hanno colpito la bambina di 10 anni e i suoi genitori. È rimasto illeso, invece, un altro figlio della coppia, di appena 6 anni, che al momento degli spari si trovava all’interno del bar insieme ad altri conoscenti, ai quali è stato poi affidato durante i soccorsi, in attesa di uno zio.
La famiglia, residente al confine tra Pollena Trocchia e Volla, si era recata nella vicina Sant’Anastasia per cenare insieme a degli amici. Poi si era fermata in uno dei bar più noti e frequentati della zona per un gelato. Ma non ne ha avuto il tempo. Appena fuori dal bar, i tre sono stati raggiunti dai proiettili impazziti, che hanno colpito la bambina alla testa, la mamma di 35 anni all’addome e il papà 43enne ad una mano.
Provvidenziale la corsa all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove la piccola è stata sottoposta a due interventi chirurgici per l’estrazione dell’ogiva, e dove è ricoverata in prognosi riservata in rianimazione per almeno 72 ore, sotto stretto controllo sanitario. La mamma, invece, ha avuto una ferita superficiale all’addome ed è ricoverata al Cardarelli di Napoli, dove resterà in osservazione per le prossime 48 ore.
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