Mare libero negato ai cittadini di Napoli, troppi sotterfugi burocratici e altrettanti interessi economici. Via alle prime manifestazioni
Napoli ed il suo golfo hanno sempre rappresentato un’immagine cartolina per migliaia di turisti l’anno ma soprattutto per i suoi cittadini. Un panorama il cui protagonista è naturalmente il mare, descritto da una insenatura del mar Tirreno Centrale compresa tra la penisola flegrea a nord-ovest e quella sorrentina a sud. Il tutto celato in 195 km di costa, 27 dei quali fanno parte del litorale napoletano.
Quella tra il mare ed il popolo partenopeo è una relazione con radici scolpite nel passato, che purtroppo sono in procinto di vendere la propria memoria ( assieme a quella di centinaia di napoletani) per qualche concessione balneare in più. Esatto, anche un bene comune come le spiagge della nostra città vengono sfruttate in favore di una piccola lobby di fruitori attraverso elusioni e normative perverse. Lo dimostrano i poco più di 200 metri di spiagge di demanio pubblico ancora libere dalle strette dei privatisti e sciccherie a prova di furbetti.
A denunciare il mutamento della tradizione marinara della città sono le numerose associazioni che si battono per i diritti del mare, della sua salvaguardia e libertà da vincoli economici. Opinione comune di tutte le sigle, in particolare quella locale del Coordinamento Metropolitano Mare Libero, è la mancanza ti trasparenza e partecipazione pubblica nei confronti delle decisioni di stampo politico che concernono i diritti del “bagnante”. Per questo motivo, con la nascita delle associazioni, si devono affrontare sfavori alla collettività quali la chiusura sempre più frequente di accessi alle discese storiche o le mancate bonifiche del territorio che da anni ci sottraggono centinaia di metri di spiagge pubbliche.
La crisi delle spiagge e le manifestazioni in mare
L’associazione di Mare libero e gratuito si è resa ante tempo protagonista delle prime mobilitazioni su tutto il litorale napoletano. La denuncia non è mancata anche quest’anno, a seguito delle vergognose prassi anti-covid precedentemente adoperate dai lidi privati tocca sentire la voce del popolo anche alle istituzioni. In primo piano si distingue dalle problematiche burocratiche la questione PUAD, motivo della prima manifestazione avvenuta il 7 marzo 2023 sotto la sede della Regione Campania.
I cittadini lamentavano il nuovo Piano utilizzo aree demaniali , il quale concede il 70% della costa in concessione ai privati e appena il 30% alla libera balneazione. Diversa, invece, l’ultima dimostrazione del 2 giugno scorso. Per quest’occasione i comitati si erano dati appuntamento in spiaggia per un tuffo di gruppo con l’aiuto di alcuni attivisti muniti di megafono e striscioni. Presente anche una troupe della televisione pubblica francese del canale M6, interessata allo scandalo delle concessioni balneari in Italia e alla rivoluzione blu in corso.
Il risultato del raduno di bagnanti, però, è stato accolto in maniera diversa a seconda del lembo di spiaggia ospitante. Per quanto concerne la Spiaggia libera delle Monache, adiacente al bagno Sirena, la protesta a favore del mare e del cittadino ha ottenuto diversi consensi. Merito anche alla sua organizzazione: con ingresso libero ed alta presenza di giovani presto sensibilizzati sulle tematiche. Meno ottimale è stato il risultato riscosso presso la spiaggia di palazzo Donn’Anna. Per l’occasione, gli attivisti, sono passati dall’ingresso principale del lido concretizzando il proprio diritto di farsi un bagno senza dover usufruire obbligatoriamente dei servizi offerti dallo stabilimento balneare. La grande beffa, nonostante l’ottimo esempio di raccogliere diversi sacchi di rifiuti dinanzi ad un pubblico curioso, giunge con l’arrivo delle forze dell’ordine.
Precisamente sono intervenuti per identificare e denunciare i bagnanti dodici agenti della polizia di stato del commissariato di Posillipo e funzionari della Digos. Questa lor tracotanza non è nova ed il mittente dell’allerta sembra essere il lido del Bagno Elena, unico gestore dell’accesso alla spiaggia libera. Quest’ultimo bloccato a momenti alterni dalle catene o dalla mancata collaborazione dall’apposito citofono, dove è possibile richiedere l’accesso al bagnasciuga. Secondo quanto documentato dagli attivisti, solo al momento è stata resa nota una nuova delibera fantasma che riattiva il numero chiuso per le spiagge libere come in tempi di pandemia.
Il caso di Palazzo Donn’Anna
Una volta aperto il dibattito cittadino intorno ad usi ed abusi di un bene comune come il mare, bisogna anche comprenderne la regolamentazione. L’esempio perfetto del mancato utilizzo di strumenti pubblici e di provvedimenti volti al bene dei fruitori non paganti è la diatriba sull’uso degli accessi alla spiaggia di Baia Donn’Anna. Nel dettaglio, i primi inconvenienti iniziarono con l’ordinanza firmata dal presidente dell’Autorità portuale nel lontano 1999. Quest’ultima istituiva in via “sperimentale” un cancello dotato di chiavi ed affidato ai proprietari del Bagno Elena. Oltre alle problematiche derivanti dalla barriera architettonica e dallo strano passaggio per un pontile dalla dubbia legalità, si è sottoposti al continuo cambiamento di pian.
Uno tra tanti risale al 11.2022, dove la nuova prescrizione a parziale modifica dell’ordinanza n.6/99, vede l’art.1 mutarsi. “Il cancello deve essere chiuso mediante apposito lucchetto di sicurezza. Nel periodo luglio-agosto-settembre detto cancello deve essere aperto dalle ore 08.00 alle ore 19:00, per consentire l’accesso alla spiaggia libera ivi esistente alla collettività, in conformità con i protocolli di intesa stipulati con il Comune di Napoli. Le relative operazioni di chiusura e di apertura devono essere effettuate a cura della s.r.l. Bagno Elena”. Il piano, casualmente, coincide e termina con la fine dell’esercizio svolto dal privato.
Ordinanze come se piovesse
Seguono negli ultimi anni anche ulteriori cambiamenti, che dimenticano completamente l’art 11 della legge n. 217 del 2011 che prevede “il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione” o la legge n. 296 del 2006. Le nuove ordinanze, oltre alle numerose chiusure per il rischio idrogeologico ed allerte valide solo per pochi, si rifanno agli ultimi provvedimenti anti-covid del 2022:
“Nei tratti di spiaggia di seguito indicati, per motivazioni di ordine pubblico e di cautela per eventuali assembramenti, atteso l’incremento dei contagi da Covid 19, la Delibera di Giunta Comunale n. 216/2022, secondo intese con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale ed i titolari delle concessioni balneari limitrofe a detti tratti di spiaggia pubblica, ha fissato modalità di fruizione che appresso si evidenziano”.
“Spiaggia ricompresa tra palazzo Donn’Anna e Bagno Ideal. L’accesso giornaliero è consentito in un’unica fascia oraria 08:00 – 17:30 nel numero massimo di 24 persone. Delle quali n. 12 accessi saranno garantiti attraverso il “Bagno Ideal” e n. 12 accessi attraverso il “Bagno Elena” con ingresso da via Posillipo 12 e via Sermoneta 19. L’ingresso alle predette spiagge pubbliche è consentito ai maggiorenni. I minori possono accedere solo se accompagnati da un adulto. Ai fini del rispetto delle modalità fissate, il personale dei lidi potrà all’occorrenza procedere all’identificazione delle persone per conoscerne l’età anagrafica.”