Firenze – Dopo tre giorni non c’è alcuna notizia di Kata, la bambina di 5 anni scomparsa nel primo pomeriggio di sabato 10 maggio. La madre, Katherine, ha passato la notte in ospedale, dove è stata trasportata nel tardo pomeriggio di ieri perché, secondo quanto appreso, avrebbe ingerito una piccola quantità di candeggina.
Stato di salute monitorato anche per il padre della bambina, detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano per reati contro il patrimonio, che ha tentato il suicidio dopo avere appreso della scomparsa della figlia. L’uomo avrebbe ingerito detersivo ed è stato poi portato in ospedale dove è stato sottoposto a lavanda gastrica.
Analisi e ricerche vanno avanti e vedono impiegati cani molecolari ma anche droni e termocamere, capaci di rilevare a distanza la temperatura umana, sono tra gli strumenti utilizzati dalle forze dell’ordine aiutati da 225 volontari che si sono alternati in parchi, giardini e strade fra Porta al Prato dove c’è la stazione Leopolda e Peretola, tra la l’Arno e il quartiere di San Jacopino.
Nel mezzo c’è l’ex hotel Astor in via Maragliano, lo stabile occupato dove Kata vive con la mamma e il fratello. Ma, nonostante tutto l’impegno profuso, di Katalina ancora non si hanno tracce e l’esito delle varie attività rimane negativo. Nulla di fatto anche dai controlli a tappeto all’interno dell’edificio ex Inpdap, a sua volta occupato, che si trova a poche centinaia di metri dall’ex hotel Astor.
Nel mentre, i Carabinieri scartano le segnalazioni infondate, come quella in cui veniva detto al cellulare della mamma di Kata “ho io tua figlia”: un mitomane, secondo il generale Vitagliano. Piuttosto, si passano al setaccio con attenzione le telecamere di tutto il quartiere alla ricerca di quei fotogrammi che potrebbero fornire una risposta su quanto sia davvero accaduto alla bambina.
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