Un potenziamento dei sistemi di monitoraggio dei Campi Flegrei verrà attuato nelle prossime settimane dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia per studiare meglio la dinamica del vulcano che dopo 11 anni di allerta gialla continua a essere un ‘sorvegliato speciale’. Lo riferisce il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, a margine di un workshop scientifico all’Auditorium di Bagnoli Futura a Napoli.
“Insieme al Dipartimento della Protezione Civile abbiamo fatto questo incontro per valutare come implementare le reti di monitoraggio chimiche, geodetiche, sismologiche, per avere informazioni sempre più precise sullo stato del vulcano, che essendo attivo in un’area estremamente popolata richiede la massima attenzione. È un sorvegliato speciale“.
“Stiamo parlando di uno dei vulcani più studiati e monitorati al mondo – sottolinea Titti Postiglione, vice capo Dipartimento della Protezione Civile – e sappiamo che ogni segnale, ogni anomalia, viene registrata, analizzata e interpretata anche per fini di protezione civile”.
Durante il workshop i ricercatori hanno affrontato svariati aspetti: non solo le reti di monitoraggio nella parte sommersa della caldera, ma anche lo studio delle deformazioni del suolo e del costruito mediante tecniche satellitari e la capacità previsionale a breve termine delle eruzioni.
“Gli studi sulla pericolosità, sull’applicazione di modelli complessi per simulare la dinamica del sistema di alimentazione magmatica, sulla propagazione dei fluidi verso la superficie e le evidenze sulle caratteristiche crostali della caldera, mostrano sempre più la necessità dell’interazione tra tutte le competenze per avere gli strumenti idonei per realizzare, per quanto probabilisticamente, i migliori scenari di evoluzione a medio e breve termine”, conclude Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv.
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