Roberto Saviano attacca Matteo Salvini, definendolo ancora una volta “ministro della mala vita” e criticando le sue parole sulla candidatura dell’attivista Carola Rackete alle Europee, e la maggioranza insorge: esponenti di Lega e Fratelli d’Italia in commissione di Vigilanza chiedono alla Rai di ripensare all’opportunità di affidare un programma allo scrittore.
Saviano è atteso a novembre in prima serata su Rai3 con una nuova edizione di Insider, faccia a faccia con il crimine. “Che faccia tosta! Ma quando passerà al Ministro della Mala Vita il vizio di mentire? In ogni sede, anche in sede giudiziaria, è stato chiarito che Carola #Rackete non ha mai compiuto nessun atto ostile e che anzi ha agito nel rispetto della vita umana. Il Ministro della Mala Vita, invece, accusato di diffamazione aggravata nei confronti di Carola Rackete, è stato protetto dai suoi sodali in Parlamento”, scrive Saviano sui social, ripostando il messaggio di commento del leader della Lega su Rackete (“Dallo speronare motovedette italiane della Guardia di Finanza alla candidatura con la sinistra è un attimo. Auguri, viva la democrazia!”).
“Le bande parlamentari che lo difendono – insiste l’autore di Gomorra – sono la forza delle sue menzogne. Io stesso ormai attendo invano che si degni di venire a testimoniare in un processo che lui stesso ha iniziato e che mi vede imputato da anni, ostaggio della sua querela, mentre lui accampa scuse pur di non venire in tribunale a dare conto delle sue continue e ripetute falsificazioni della realtà. #Salvini mente come respira… lo testimoniano, se ce ne fosse bisogno, le affermazioni contenute in questo tweet”.
La Lega non ci sta: “Saviano non si smentisce mai, pensa gli sia concesso tutto e si permette di usare un linguaggio volgare insultando, infangando e insinuando. La sua ‘figura’ è di certo incompatibile con la tv pubblica: o a Saviano è tutto permesso?”, si chiede Giorgio Maria Bergesio, capogruppo del Carroccio in Vigilanza. Parole “inaccettabili”, gli fa eco Ester Mieli, auspicando che la Rai “abbia modo di riflettere anche sulla scelta di affidargli un programma”. “Dopo che la Rai ha deciso di tagliare il programma di Facci, credo sia opportuno chiedersi se Saviano sia compatibile con un’emittente pubblica”, sottolinea Elena Maccanti.
Sulla stessa linea Tilde Minasi: “Inaccettabile e inappropriato” che Saviano “resti in busta paga della tv di Stato. O per la Rai certe regole valgono solo per Facci che, per molto meno, è stato defenestrato?”. Critiche piovono su Saviano anche da Fratelli d’Italia. “In Rai non ci può essere spazio per tutto questo”, avverte la vicepresidente della Vigilanza, Augusta Montaruli.
“Ci aspettiamo dai vertici equità nel giudizio e per questo portiamo il caso Saviano in maniera immediata in commissione”. Per il capogruppo FdI nella bicamerale, Francesco Filini, le parole dello scrittore lo rendono “incompatibile con la tv pubblica. C’è un limite a tutto, la Rai ultimamente ha mostrato di essere molto attenta al registro che viene utilizzato nel servizio pubblico, credo che sia più che doverosa una riflessione sull’opportunità di confermare la presenza di Saviano in Rai”.
Analoghi i commenti Paolo Marcheschi, Raffaele Speranzon, Luca Sbardella, Gianluca Caramanna, Gaetano Nastri che si impegna a portare “con urgenza” il caso in Vigilanza “per avviare una seria riflessione sulla conferma dello scrittore sulla tv pubblica”.
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