Incendi in tutto il paese, la Grecia combatte le fiamme da oltre una settimana. Sono più di 30.000 le persone evacuate tra Rodi, Corfù ed Evia
Kόλαση si legge da oltre una settimana nei titoli dei tabloid ellenici dal “Kathimerini” alle news h 24 della “Ert”. Un inferno reale quello che sta vivendo il paese, lo stesso fuoco di Prometeo che condivide le stesse date nel 2018 causando la seconda serie di incendi più letali del 21esimo secolo. Questa volta però non è solo l’Attica o la periferia di Atene, ma a bruciare sono tre delle località più turistiche della Grecia. Si tratta delle isole di Rodi, Corfù ed Evia, per un totale di oltre 2700 acri di terra (entro il 22 luglio). Le fiamme sarebbero divampate inizialmente nell’isola di Rodi nella giornata del 18 luglio, un’incendio boschivo sviluppatosi nelle pinete delle montagne dell’isola. Inizialmente sono stati evacuati i primi abitanti dei villaggi di Eleussa, Salakanos e Dimilia.
A causa dei forti venti, le fiamme avrebbero proseguito il proprio percorso verso sud, rendendo obbligatoria l’evacuazione di oltre 2000 persone, tra residenti e turisti. Per quanto concerne la risposta del governo, sono stati impiegati oltre 250 vigili del fuoco e numerosi velivoli, ricevuti anche dai paesi UE e dalla vicina Turchia. Attualmente si è registrata una sola vittima civile, oltre ai due piloti del Canadeir precipitato poche ore fa, a Karystos durante un’operazione a bassa quota.
“Per le prossime settimane dobbiamo essere in costante allerta. Siamo in guerra, ricostruiremo ciò che abbiamo perso, risarciremo chi è stato ferito. Nonostante l’avanzata dell’incendio, nessuna vita è andata persa, a dimostrazione che di fronte alla furia della natura, nessuna misura sarà mai sufficiente” – ha annunciato nei giorni scorsi il rieletto leader ND Kyriakos Mitsotakis.
Grecia, incendio Rodi: colpiti anche alcuni connazionali
Paura per numerosi turisti sull’isola di Rodi, vacanza culminata su di un letto d’emergenza in una delle numerose strutture organizzatesi per accogliere le oltre 30.000 vittime degli incendi. Tanta la solidarietà dei cittadini locali quante le testimonianze di chi al posto di scappare ha deciso di soccorrere l’isola. Lo conferma anche Yulie Sofou, cittadina greca residente in Italia che ha deciso di raccontare la sua esperienza alla Bussolanews. Yulie fa parte della Comunità ellenica di Napoli e Campania e come ogni anno ha trascorso parte delle proprie vacanze nel suo paese d’origine. Secondo la sua testimonianza, l’incendio avrebbe rovinato la vacanza quanto l’economia di migliaia di residenti. Le fiamme hanno procurato anche gravi danni alla sua attività con sede a Kiotari, località balneare prediletta per i suoi hotel e spiagge.
” Il fuoco sta bruciando da sette giorni ormai, colpa dello stato e della municipalità che non l’hanno fermato all’inizio quando non c’era tanto vento. Tutti i cittadini sono arrabbiati a causa dell’assenza di un operazione organizzata. Per non parlare dell’assenza di una giusta prevenzione con zone anti fuoco. I pompieri sono pochissimi e la maggior parte degli isolani si è unita ai volontari locali cercando di salvare le loro proprietà” – afferma Yulie.
“Per quanto concerne Kiotari, improvvisamente sabato , a mezzogiorno, abbiamo visto fuochi neri sopra le nostre case. È cambiato il vento ed è stato così forte che è arrivato subito verso il villaggio. Il tempo per l’evacuazione era pochissimo, abbiamo visto i cavalli correre liberi e poi i turisti con bambini e valigie camminare verso l’altro villaggio. Alla fine siamo andati via verso sud. Il villaggio era rimasto era senza elettricità, nello stesso pomeriggio due alberghi sono bruciati e dopo finalmente la calma. Purtroppo Kiotari è rimasta completamente bruciata dalla scorsa notte a causa delle forti raffiche di vento” – termina così la testimonianza dell’italo greca Yulie Sofou, dopo aver vissuto in prima persona la tragedia che ha colpito la famiglia greco-napoletana anche economicamente.